L’iniziativa dei Riformatori: «Sarebbe un’occasione unica per promuovere l’isola a livello mondiale»
CAGLIARI Un marchio per lanciare il «prodotto» Sardegna nel mondo. I Riformatori presentano la loro proposta: Giganti di Mont'e Prama come ambasciatori dell'isola. Secondo gli ideatori dell'iniziativa c'è un’occasione unica per pubblicizzare il brand a livello internazionale: l'Expo 2015 in programma a Milano. Come? Portando, fisicamente, i giganti in Lombardia. «La civiltà nuragica - ha spiegato ieri il deputato Pierpaolo Vargiu - ci caratterizza in tutto il mondo: abbiamo necessità di un nuovo modello di sviluppo che possa trascinare anche tutti gli altri settori produttivi ed economici». L'Expo potrebbe essere il punto di partenza grazie ai milioni di visitatori previsti per la rassegna. «Ma potrebbero esserci - ha continuato Vargiu - tante altre iniziative del genere. L'isola di Pasqua, piccola e poco abitata, fa pensare a qualcosa di riconoscibile. Lo stesso si potrebbe fare con la Sardegna». C'è un piano per portare i Giganti a Milano. Il primo passaggio - hanno spiegato i Riformatori - è l'avvio alla Soprintendenza dell'istruttoria della richiesta di prestito. L'autorizzazione dovrebbe arrivare dalla direzione generale per le antichità del Ministero dei Beni culturali. A quel punto, una volta ottenuto l'ok, il trasporto sarebbe affidato a ditte specializzate. Chi paga? «Non vogliamo chiedere soldi pubblici - hanno sottolineato i proponenti - vogliamo costituire un consorzio di aziende che credono nella Sardegna e nel progetto». La storia avvincente di una delle scoperte più affascinanti degli ultimi quarant’anni comincia per caso nella primavera del 1974, quando l'aratro di Sisinnio Poddi, un contadino che lavora nel terreno della Confraternita del Rosario, in località Monte Prama, a Cabras, cozza contro ciò che sembra un banale masso sommerso. Nel 2005 il ministero per i Beni culturali e la Regione stanziano un milione e duecentomila euro per finanziare il restauro avviato nel 2008 e concluso nel 2011. Tre anni di lavoro certosino durante i quali gli specialisti del Centro di conservazione archeologica di Roma, diretto dall’archeologo Roberto Nardi, lavorano alacremente sotto la direzione dei tecnici del Centro di restauro di Li Punti, struttura della Soprintendenza di Sassari che fino all’anno scorso ha ospitato le sculture, le ha custodite ed esposte al pubblico per la prima volta. A Sassari sono state eseguite le operazioni di ripulitura, catalogazione e ricomposizione di un gigantesco puzzle di 5178 frammenti. Lo studio dei reperti, il più grande pesa 200 chili, il più piccolo 0,2 grammi, permette agli specialisti di classificare 12 teste, 27 busti, 176 frammenti di braccia, 143 di gambe, 784 di scudi. Da fine marzo i Giganti, quaranta anni dopo la loro fortunosa scoperta, sono tornati tra la gente, divisi tra il Museo Archeologico nazionale di Cagliari e il Civico museo di Cabras. Già durante la presentazione ufficiale alla Cittadella dei Musei, vista l’attenzione della stampa internazionale, era stata ipotizzato di utilizzarli come biglietto da visita della Sardegna all’imminente Expò di Milano 2015.