Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stella del Coni a Carlini, una vita dedicata al judo

Fonte: L'Unione Sarda
12 gennaio 2009

Personaggi. Oltre trent'anni passati sul tatami



Sarà perché è l'ultima arrivata in bacheca: non le si poteva che dare risalto rispetto a tutte le altre. Ma Carlo Carlini ammette: «È la più importante che abbia mai vinto». Così descrive la medaglia di bronzo al merito sportivo che il Coni gli ha conferito qualche settimana fa. Lui, che ne ha collezionate diverse per tante discipline differenti, dal judo alla pallavolo, dal calcio all'atletica, ora la coccola come la più prestigiosa. «Per me ha un valore speciale, non solo personale. Dimostra che il Comitato non si è dimenticato che esistiamo anche noi sardi».
Gli è stata consegnata, dopo una breve cerimonia in un hotel cagliaritano, dall'avvocato Carlo Porceddu, membro del Coni, in rappresentanza del presidente Gianni Petrucci. L'atleta cagliaritano, oggi settantunenne, ha talmente tanti ricordi della sua carriera sportiva che non sa da dove cominciare per citare i più importanti.
«Mi è stato dato questo riconoscimento», spiega, «per ricordare che sono stato il primo sardo ammesso all'accademia nazionale di judo nel 1973, dopo che ero già stato medaglia d'argento di pallavolo ai campionati italiani dell'aeronautica militare». Ma le arti marziali lo rappresentano maggiormente. «Ho un legame importante con il judo», racconta, «l'ho seguito per più di 30 anni, anche come istruttore, e ho vinto cinque titoli regionali. In particolare ho vinto il primo campionato sardo a esser stato organizzato, il 25 ottobre 1959 a Sassari. Quella data mi è rimasta nel cuore. Lo sport mi ha dato tanto, pur non facendomi arricchire economicamente. Era una passione a tutti gli effetti. Come lavoro ho fatto per 37 anni il macchinista alle ferrovie dello stato».
Per questo «ho giocato tanto a calcio nella squadra del dopolavoro ferroviario. Ma mi sono cimentato parecchio anche nell'atletica. E con passione mi sono lasciato entusiasmare anche dallo sci». E chi più ne ha più ne metta. «Da ragazzino ho fatto anche pattinaggio».
Adesso «ho 71 anni ma sono ancora un grillo», confida, «un grillo parlante, dato che mi piace chiacchierare. Ora sono in pensione e mi godo la famiglia e la mia splendida nipotina». E non trascura i valori. «Ogni estate organizzo gare di castelli di sabbia per bambini. Ma una delle mie più grandi soddisfazioni è stata insegnare judo alle forze dell'ordine», rammenta, «ero fiero di farlo. Sono sempre stato contro le ingiustizie e il crimine. Aver contribuito in questo modo a combatterlo è stato importantissimo per la mia vita».
STEFANO CORTIS

10/01/2009