Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sì al piano regolatore, il porto va verso il futuro

Fonte: L'Unione Sarda
21 maggio 2014


TRASPORTI. Riapprovato il documento annullato da Giorgio Napolitano

 


Riapprovato: il Piano regolatore del porto di Cagliari, annullato tre mesi fa dal presidente della Repubblica, ha ottenuto un nuovo via libera dalla Giunta regionale. La delibera è di ieri: oggi sarà protocollata. L'effetto è immediato: ora l'Autorità portuale può sbloccare i lavori impantanati e ricominciare a disegnare il futuro del porto e (quindi) della città. Soddisfattissimo Vincenzo Di Marco: il comandante della direzione marittima della Guardia costiera di Cagliari era stato nominato commissario da un paio di giorni quando il decreto firmato da Giorgio Napolitano venne notificato agli uffici sul molo Dogana. Non si può dire che sia stato colto alla sprovvista dalla nuova approvazione: i contatti con Francesco Pigliaru, nelle settimane scorse, erano continui, le sensazioni positive. Ieri l'ok.
PORTO CANALE Ora che succede? A spiegarlo, davanti a una grande mappa dell'enorme area portuale di Cagliari, sono proprio Di Marco e l'ingegnere Sergio Murgia, responsabile del procedimento per la stesura del piano regolatore. Tanto per cominciare, riprendono i lavori per il banchinamento  del porto canale, gigante da 900 ettari che (basta guardare una cartina geografica per rendersene conto) attualmente ha 2.600 metri di banchine e si ingrandirà ulteriormente, espandendosi verso il molo di ponente. In cima a quest'ultimo, nella parte più esterna del porto destinato alle navi portacontainer, dovrà essere realizzata la nuova zona di attracco per il traffico Ro-Ro, ovvero le navi passeggeri: qui sorgerà la nuova stazione marittima. Ovviamente, prima che la Tirrenia dica addio al porto vecchio bisognerà mettere a punto delle soluzioni efficaci per collegare la zona del porto canale alla Statale 195.
DISTRETTO DI CANTIERI Restando in zona porto canale, si rimettono in moto le procedure per la Valutazione di impatto ambientale che, se e quando arriverà, farà ripartire i lavori nella cittadella della nautica, il distretto per la cantieristica navale voluto da Paolo Fadda, presidente dell'Autorità portuale fino al 2011, confermato dal suo successore Piergiorgio Massida e continuato ora con convinzione dal commissario. «Del resto - osserva - questo posto è benedetto da Dio. Se Cagliari non scommette sul suo waterfront, da dove pensiamo che possa ricavare risorse?»
PORTO PESCHERECCI Nel frattempo, avant'ieri è stata scelta la ditta che dovrà costruire, alla base del molo Rinascita, alle spalle del mercato ittico, il nuovo porto pescherecci: è una associazione temporanea di imprese di cui fanno parte la Pietro Cidonio spa di Roma e la Vip Lavori Speciali srl di Verona. La spesa prevista è di 10 milioni, l'esecuzione dovrà essere completata entro 360 giorni a partire dall'assegnazione dei lavori. I pescherecci lasceranno così le banchine fra molo Sanità e molo Sabaudo, destinate alle barche da diporto.
MAXI YACHT Per oggi, invece, è prevista l'apertura delle buste per un'altra gara, quella per la gestione del lato interno del molo Ichnusa (quello esterno resterà riservato alla marina militare). Un tempo destinato a diventare il terminal crociere, messo fuori gioco dall'aumento del pescaggio delle grandi navi (superiore al dragaggio che, all'Ichnusa, è fra i 5 metri e mezzo e i 6), sarà destinato all'attracco dei maxi yacht: una destinazione d'uso che si sposa con il distretto della cantieristica, dove uno dei 15 lotti è espressamente destinato al rimessaggio e al refitting di barche da diporto fino a 50 metri e oltre. «Con un porto in grado di offrire tutti i servizi per la diportistica - ragiona il comandante di Marco - possiamo pensare di fare concorrenza a Viareggio, Livorno, Napoli e Genova».
IMPIANTI E TRADIZIONE La speranza è che ad aggiudicarsi i lavori futuri possano essere anche ditte sarde. «Ma le gare - osserva il commissario all'Autorità portuale - devono essere aperte. Certo, ci si può chiedere (come per l'uovo e la gallina) se nasca prima una buona tradizione marinara o gli impianti portuali: in genere si fanno gli impianti dove c'è una forte tradizione marinara. I sardi, per varie ragioni storiche e culturali, non ce l'hanno. La scommessa è fare gli impianti nella speranza che ne creino una».
Marco Noce


Mancava un passaggio burocratico

Perché arrivò lo stop

Tutta colpa della Vas. Che è la Valutazione ambientale strategica, un passaggio burocratico che era stato compiuto prima  dell'approvazione del piano regolatore del porto (5 settembre del 2010) ma, secondo il ricorso straordinario presentato a suo tempo dall'avvocato Efisio Busio in rappresentanza di alcune società portuali e di un privato cittadino residente a Su Siccu, doveva essere ripetuta dopo l'approvazione. Perché? Perché il piano approvato, rispetto a quello che aveva ottenuto la Vas, conteneva alcune modifiche, che recepivano indicazioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Il presidente della Repubblica, cui era indirizzato il ricorso, aveva prima chiesto un parere al Consiglio di Stato, che si era riunito il 23 marzo 2013. In base alle indicazioni dei giudici amministrativi, otto mesi più tardi, il 26 novembre, Giorgio Napolitano aveva deciso l'annullamento del piano regolatore. Il provvedimento era stato notificato all'Autorità portuale soltanto tre mesi dopo, in febbraio. (m. n.)