Molte proteste. Dl Irpef, c’è l’idea di ampliare il bonus per i nuclei monoreddito
di Vindice Lecis w
ROMA Dl Irpef e Tasi sono ancora due nodi da sciogliere per il governo. Per la tassa che ha sostituito l’Imu, spunta l’ipotesi di un rinvio a ottobre, tra le proteste e i dubbi di costituzionalità. Per il dl Irpef, la maggioranza si sta orientando ad ampliare il bonus solo per i nuclei monoreddito con almeno tre figli e con un tetto del reddito a 31 mila euro. Secondo la relatrice del Pd sul decreto, Cecilia Guerra, l’ampliamento del bonus Irpef deve tenere conto del nucleo familiare, cavallo di battaglia del Ncd. L’ipotesi, dice l’esponente dem, non avrebbe eccessivi oneri. Altro problema è la rimodulazione della spending review e su questo terreno scivoloso sembra che la Rai riesca a evitare i pensati tagli previsti. «La Rai - riferisce il senatore del Pd, Federico Fornario, membro della commisssione di Vigilanza Rai - sarà esclusa dal novero delle aziende pubbliche soggette alla riduzione dei costi operativi nel 2014 e nel 2015». Potrebbero essere infatti inferiori al previsto i tagli in arrivo. Un emendamento del governo li limiterebbe a 150 milioni. La prossima settimana sarà comunque quella decisiva per l’esame del dl in Senato. L’obiettivo è arrivare in Aula il 3 giugno mentre il voto finale alla Camera non dovrebbe superare il 23 giugno. Ieri, comunque, Renzi ha voluto precisare che il bonus di 80 euro in busta paga sarà «mensile e per sempre» e che dal 2015 la cifra andrà anche ai pensionati. L’altro nodo riguarda la Tasi, la nuova tassa sui servizi indivisibili che ha sostituito l’Imu sulla prima casa. In attesa del decreto si accavallano le interpretazioni sui meccanismi di versamento. Per cui attendere appare necessario perché sono numerose ancora le incertezze. A cominciare dalla data del rinvio, al punto che il ministero indica solo il mese di settembre e non il giorno preciso del versamento. Non è escluso che lo slittamento del pagamento Tasi possa alla fine arrivare sino ad ottobre. L’argomento ha scatenato polemiche: Forza Italia parla di «tassa Renzi», la Confcommercio denuncia con il presidente Sangalli «un groviglio che doveva essere evitato», Unimpresa paventa rischi per i consumi, Scelta civica osserva che si tratta di un «obbrobrioso pasticcio». Lo slittamento non ha «valido motivo» perché «i Comuni hanno avuto tutto il tempo necessario per deliberare le aliquote» commenta il Codacosn. A ieri tuttavia, solo il 10% dei Comuni ha deliberato sulle aliquote e messo quindi i cittadini in condizione di pagare. In attesa del decreto del Tesoro che sancisca lo slittamento, l’unica certezze è il pagamento dell’Imu per la seconda casa mentre per la Tasi si dovrà attendere un periodo di passione tra luglio e ottobre. Se il Comune ha già deliberato le aliquote, il pagamento della Tasi andrà fatto entro il 16 giugno. I proprietari di seconda casa dovranno pagare entro la data stabilita del 16 giugno. La Tasi a differenza dell’Imu, la pagano anche gli inquilini. La legge prevede una quota tra il 10 e il 30% del totale a carico degli affittuari che dovrà essere indicata nelle delibere comunali. Nel caso in cui la delibera sia stata invece già adottata, gli inquilini pagheranno la loro quota a giugno (e i locatari sottrarla dall’importo loro dovuto).