Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tasi, un altro pasticcio all'italiana

Fonte: L'Unione Sarda
20 maggio 2014


TASSE. Slitta a settembre la prima rata per i comuni che non fissano gli importi entro venerdì

 

Ma nel valzer delle aliquote a Cagliari si pagherà meno dell'Imu

Nel caos che avvolge la Tasi (la tassa sui servizi indivisibili che ha preso il posto della vecchia Imu) spunta una sola certezza per la Sardegna: Sassari è tra le città capoluogo dove si pagherà in media una tassa più alta rispetto all'Imu mentre a Cagliari nel 2014 si pagherà meno rispetto al 2012. Il dato risulta da uno studio della Uil che ha confrontato le aliquote degli 832 comuni italiani che hanno già fissato i valori percentuali degli importi nonostante la scadenza sia il 16 giugno.
IL CONFRONTO Ad eccezione di Aosta, dove per le case non di lusso il prelievo percentuale è stato fissato al livello base dell'1 per mille, e Pordenone con l'1,25 per mille, tutte le altre città hanno aumentato le aliquote. In Sardegna sono solo due i comuni che hanno già stabilito i valori percentuali. Con l'addizionale dello 0,8 per mille a Cagliari si arriverà a pagare, secondo la Uil, il 3,3 per mille: la Tasi costerà in media 264 euro, meno della media di 351 euro pagata per l'Imu. A Sassari, invece, si parte dallo 0,6% e si pagheranno circa 30 euro in più dell'Imu (206 euro contro 178). La città turritana, considerando i 32 capoluoghi di provincia che hanno già deciso le aliquote, è tra le più care. Dal rapporto Uil emerge «un ginepraio di importi e detrazioni» con il rischio che «alla fine si avranno sicuramente 8.092 applicazioni diverse con oltre 75 mila combinazioni differenti». Insomma, la Tasi penalizza i Comuni che sono stati “virtuosi” con l'Imu.
LA GUIDA La tassa deve essere pagata da tutti i proprietari di immobili, anche prima casa, come spiega “Altroconsumo” in vista della scadenza del 16 giugno. La Tasi sostituisce l'Imu sulla prima casa ma sugli altri immobili le due tasse si sommano, e hanno la stessa base imponibile: la rendita catastale va rivalutata del 5% e moltiplicata per 160. Per la prima casa, l'aliquota varia tra lo 0,1% e lo 0,25% ma i Comuni possono aumentarla di un ulteriore 0,08%, portandola allo 0,33%. Per gli altri immobili, la somme delle aliquote di Tasi e Imu non può superare l'1,06%, ma anche in questo caso i comuni possono applicare uno 0,08% in più, arrivando all'1,14%. «Lo 0,08% deve essere ripartito tra prime e seconde case», scrive “Altroconsumo” «e i comuni non possono aumentare entrambe le aliquote di quest'ultima percentuale».
LA SCADENZA La prima rata, come avveniva per l'Imu, scade il 16 giugno mentre il saldo dovrà essere versato a dicembre. Nei comuni che però non delibereranno le aliquote entro venerdì, l'acconto per la prima casa sarà prorogato da giugno a settembre come prevede una nota del Mef approvata ieri dal Governo. Per le seconde case, invece, si dovrà prendere la base dello 0,1% e il saldo di dicembre si baserà sul tasso reale. Resta da capire come il Governo intenderà sostenere il bilancio dei comuni che godranno dello slittamento dei termini di pagamento della prima rata. Le casse delle amministrazioni sono vuote e i 2 miliardi della Tasi sono indispensabili. Non resta, quindi, che seguire il consiglio del responsabile sardo di “Altroconsumo”, Francesco Mattana. «Prima di pagare aspettiamo, per capire se il primo versamento dovrà essere effettuato a giugno o a settembre». Insomma, Tasi o Imu che sia, venerdì sarà il giorno decisivo.
Annalisa Bernardini