Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La pietraia nel cuore del parco

Fonte: L'Unione Sarda
19 maggio 2014


LA CITTÀ DIMENTICATA. Anche capitelli e colonne nella parte di proprietà del Comune

 

L'ex cava di Monte Urpinu potrebbe ospitare il nuovo vivaio

 



È appena sopra l'ospedale Binaghi, nascosta in un'area compresa tra viale Europa e via Raffa Garzia. Offre una vista speciale: Molentargius e le saline, il Poetto, sulla destra la Sella del Diavolo e il porto, più lontano, scuri e indefiniti nelle giornate di foschia, i monti dei Sette Fratelli. L'ex cava di Monte Urpinu - nel decennio scorso al centro di petizioni dei residenti e di esposti firmati dagli ambientalisti che ne hanno denunciato la trasformazione in discarica e chiesto l'avvio di opere di radicale bonifica - è sempre rimasta zona di non facile accesso. Ci arriva senza troppe complicazioni soltanto chi conosce e percorre una strada sterrata e insicura (è servitù di passaggio in una proprietà privata) dopo aver rinunciato a superare l'ingresso di via Raffa Garzia, chiuso da una sbarra. Il Comune, nell'ex cava, in funzione nell'immediato dopoguerra, intende trasferire il vivaio oggi a Corongiu, venti chilometri dalla città.
IL PERCORSO Il progetto è ancora in un ordine del giorno della commissione Urbanistica (che il Consiglio non ha ancora esaminato e votato), successivo a un'ispezione fatta dall'assessore Paolo Frau e dal dirigente Claudio Papoff. L'area comunale, precisano i commissari, «è oggi recintata e parzialmente utilizzata come deposito - sono presenti anche resti di strutture architettoniche del vecchio mercato di Cagliari - e ricovero di alberi temporaneamente espiantati e comunque non accessibile al pubblico». La zona è «di grande interesse naturalistico e paesaggistico, considerata la felice posizione nel colle e la relativa vicinanza al parco di Molentargius». Un imponente spaventapasseri, in una parte privata dell'ex cava, annuncia la presenza delle coltivazioni sperimentali degli Orti sociali e urbani.
IL COLLEGAMENTO La presenza di una sola strada d'ingresso separa l'area dal resto del parco di Monte Urpinu, quindi servirebbe «un collegamento, creando un passaggio nella zona di proprietà di Abbanoa». Nella zona Abbanoa è proprietario di un tunnel sotterraneo (alto sette metri e largo circa dieci) non accessibile. Andrea Scano, presidente della Commissione Urbanistica: «Per risistemare il collegamento con il resto del parco è necessario risolvere i problemi di stabilità. Il Comune ha concluso la prima parte dei lavori di messa in sicurezza dei fronti di cava realizzando delle gabbie». Opere che, oltre ai lavori di bonifica, dovrebbero garantire, in futuro, l'accessibilità al pubblico.
RISPARMIO Il trasferimento del vivaio nell'ex cava non solo consentirebbe al Comune di risparmiare sull'impiego di personale fuori sede ma darebbe il via, preliminarmente, a lavori di risanamento e, osserva la commissione, «all'integrazione con il parco di Monte Urpinu e con quello di Molentargius». L'ex cava, secondo il progetto di recupero, potrebbe ospitare «un centro di educazione ambientale» con «attività destinate principalmente ai giovani ed alle scolaresche». Obiettivo non secondario che si potrebbe (dovrebbe) perseguire: «Valorizzare, tutelandoli, i resti delle strutture architettoniche presenti».
REPERTI Nell'ex cava-deposito ci sono seminascosti dalla vegetazione frammenti di architravi decorati, porzioni di capitelli, pezzi di frontoni, fregi, colonne di trachite e di marmo: frammenti che meriterebbero di essere esposti e non dimenticati in una discarica. L'origine di diversi pezzi è nota: sono basi e colonne di uno dei due edifici dell'ex mercato del largo Carlo Felice, demolito nel 1957 (era stato costruito nel 1886) per consentire l'edificazione delle sedi della Banca Nazionale del Lavoro e della Banca d'Italia.
Pietro Picciau