Via libera della commissione provinciale di vigilanza per l'iscrizione
con 16.044 posti: un impianto da serie A
Alla fine il tanto atteso via libera è arrivato. Dopo oltre quattro ore di riunione in Prefettura, alle 20 di ieri, la Commissione provinciale di vigilanza ha dato parere favorevole al progetto per l'ampliamento del Sant'Elia a 16mila posti. Sedicimila e 44, per la precisione.
LE CONDIZIONI Tutte le criticità che da sei mesi avevano bloccato il piano del Comune sono state dunque superate, anche se l'ok è stato subordinato ad alcune condizioni: intanto la fase esecutiva dei lavori deve procedere spedita e secondo quanto previsto nel progetto (la Curva Sud è ancora tutta da realizzare, mentre i Distinti hanno bisogno di alcuni ritocchi), e poi da Palazzo Bacaredda devono consegnare nel giro di pochi giorni alcuni documenti mancanti. Prescrizioni che comunque non dovrebbero più intralciare, almeno si spera, il percorso verso la realizzazione di uno stadio finalmente in grado di ospitare la serie A. La prima e più importante conseguenza è che il Cagliari potrà iscrivere la squadra al campionato indicando come campo di gioco il Sant'Elia, dopo che per due stagioni la società rossoblù era stata costretta a optare per il Nereo Rocco di Trieste. Una svolta che segna la fine di una telenovela che i tifosi di tutta la Sardegna hanno vissuto come un'ingiustizia incomprensibile.
LE PROSSIME TAPPE Ora però bisogna rimboccarsi le maniche e iniziare subito i lavori, in modo che l'impianto sia pronto per il via della prossima stagione. Chiuso il cantiere, la Commissione provinciale di vigilanza farà un sopralluogo, dopodiché si potrà procedere con il collaudo. Solo da quel momento in poi i giocatori rossoblù potranno dire di essere davvero tornati a casa, in uno stadio almeno dignitoso. Per tutta la durata del torneo agli sgoccioli - ormai manca solo il match in trasferta con la Juventus - capitan Conti e compagni hanno infatti dovuto conquistarsi la salvezza giocando in uno stadio da campionato dilettantistico, aperto a soli 5.000 spettatori e per metà ridotto a un cantiere. Una situazione che sembrava doversi risolvere alla fine dello scorso anno ma che si è invece protratta sino ad oggi.
IL TIRA E MOLLA Questo perché la Commissione provinciale - formata dai rappresentanti di Prefettura, Questura, Comune, Vigili del fuoco, Asl e Genio civile - negli ultimi sei mesi aveva negato in quattro occasioni il nulla osta. Il progetto da 16mila posti era stato esaminato per la prima volta il 10 ottobre ed erano stati chiesti all'amministrazione comunale alcuni documenti mancanti. Il 24 gennaio c'era stato un primo aggiornamento, ma ancora non bastava. Terza puntata il 3 febbraio, conclusasi con un nuovo rinvio. Il 21 marzo stesso esito: ancora richiesta di chiarimenti, documenti e precisazioni. Il nodo fondamentale? La certificazione di «idoneità statica» dell'impianto sportivo che - così aveva scritto la Commissione - «dovrà escludere inequivocabilmente, senza alcuna eccezione, la possibilità che si verifichino distacchi di materiale di qualsiasi natura che possano arrecare danni alle cose e\o persone, a prescindere dall'esistenza o meno delle reti di sicurezza o altri elementi di protezioni». In altre parole si voleva la legittima e sacrosanta certezza che dalle vecchie e malandate tribune del Sant'Elia non cascassero in testa agli spettatori pezzi di cemento armato.
IL LIETO FINE Ieri, dopo le numerose riunioni tecniche che si sono succedute tra Genio civile, amministrazione comunale e Cagliari calcio, è stata trovata la soluzione. E sullo schermo è comparsa la scritta che tutti aspettavano: the end. Anzi, the happy ending.
Massimo Ledda