Sono molti e superpagati. I sindacati: stop al concorso
La media dell'Unione europea è uno a 55. Quella del settore privato, in Italia, è uno a cento. In Consiglio regionale il rapporto tra dirigenti (14) e dipendenti (137) è di circa uno a dieci. Altissimo. E questa è già un'ottima ragione per avere qualche dubbio sul concorso bandito il 21 gennaio scorso per l'assunzione di 16 dirigenti referendari. Se la selezione andasse avanti, quel rapporto già alto salirebbe a un dirigente ogni cinque dipendenti. Un record europeo. E il rapporto resterebbe altissimo (uno a sette) se si considerassero dipendenti anche i sessanta consiglieri regionali ai quali i dirigenti referendari forniscono consulenza giuridica, procedurale legislativa e di studio.
Per questo i sindacati definiscono il concorso, bandito dall'ufficio di presidenza presieduto da Claudia Lombardo a meno di un mese dalle elezioni, «inopportuno e fuori contesto di spending review». Gigi Ruggeri, consigliere del Pd, è stato anche più netto: «I dirigenti di Regione, Consiglio e Enti sono troppi, guadagnano troppo e le loro retribuzioni solo apparentemente dipendono dai risultati». Da qui la richiesta di una riorganizzazione e di una riduzione dal 20 al 5% degli stipendi più alti.
STIPENDI ALTI Ma quanto guadagnano i dirigenti del Consiglio? Scoprirlo sarebbe semplice se, come avviene per quelli della Regione o del Comune di Cagliari, per citare solo due esempi, le loro retribuzioni, compresi i salari accessori, fossero consultabili sul sito istituzionale. Dove è presente solo una tabella con le retribuzioni suddivise per livello e anzianità. Si scopre così che un impiegato di primo livello (assistente) guadagna ogni anno da un minimo di 27.597 euro (neo assunto) a 45.670 euro (con 35 anni di anzianità); i dipendenti di secondo livello (esecutivo) incassano da 31.558 a 91.622 euro; quelli di terza fascia (concetto) portano a casa da 35.893 a 104.222 euro; al gradino successivo (direttivo) lo stipendio sale da 39.585 a 117.887 euro mentre la busta paga dei dirigenti è compresa tra i 48.270 euro di un neo assunto ai 151.941 di un veterano. Considerate 15 mensilità (sì, in Consiglio hanno 15 stipendi all'anno), le buste paga variano da 2 mila euro al mese di un neo assunto a 10 mila euro lordi di un dirigente anziano. Ai quali vanno aggiunte l'indennità di risultato, l'indennità di coordinamento (da 944 a 77 euro a seconda dell'incarico) e un'indennità sostitutiva dello straordinario sino a trenta ore al mese che possono far ingrassare la busta paga del 30%.
BUSTE PAGA ELEVATE Lo stipendio medio del dipendente del Consiglio è più alto del 30% di quello dei cugini della Regione (un commesso d'Aula neo assunto guadagna più di un funzionario con 20 anni di anzianità di viale Trento) e del 40% rispetto a quello dei dipendenti delle Province.
DIRIGENTI A SPASSO Dunque c'è un problema di abbondanza e di costi visto che le leggi nazionali di stabilizzazione finanziaria impongono «la riduzione degli assetti dirigenziali e delle rispettive dotazioni». Ma se proprio si volesse assumere qualcuno «perché non attendere lo scioglimento delle Province che tra breve avranno circa 50 dirigenti a spasso?», domandano i sindacati dei dipendenti delle Province sarde. Oppure perché non si utilizzano i dirigenti di enti e società in house assunti in sovrabbondanza negli anni scorsi?
PROMOZIONI A GO-GO Interessante, a questo proposito, un passaggio della relazione conclusiva della Commissione d'inchiesta sull'applicazione delle leggi regionali istituita nella scorsa legislatura e presieduta dall'attuale senatore di Sel Luciano Uras: «Il potere politico ha progressivamente preteso disposizioni che consentissero la nomina di personale dirigente fiduciario, vincolata a esigenze di equilibrio politico-partitico a discapito dell'interesse della Pubblica amministrazione». Una relazione approvata e commentata con grande favore con grandi applausi dallo scorso Consiglio che, però, a fine legislatura, ha pilatescamente bandito il concorso.
LA REGIONE RAZIONALIZZA Le nuove assunzioni di dirigenti peraltro contrasterebbero con il «Piano di razionalizzazione e contenimento delle strutture dirigenziali» al quale sta lavorando l'assessore al Personale Gianmario Demuro. Nella bozza di delibera presentata nei giorni scorsi ai sindacati, che l'hanno accolta con favore, si rileva che la Regione ha 1970 dipendenti negli uffici centrali e 457 in quelli periferici, 128 dirigenti e 24 direzioni generali ciascuna delle quali ha in media 100 tra impiegati e funzionari (alcune ne hanno 25 altre 250). Se è vero che Regione e Consiglio sono amministrazioni diverse, è altrettanto vero che è la prima a pagare i costi del secondo: 72 milioni di euro all'anno nel bilancio del 2014.
LE DIFFICOLTÀ POLITICHE Che cosa farà il Consiglio regionale? Sospenderà il bando o lo porterà avanti? La decisione spetta all'ufficio di presidenza, a capo del quale c'è il presidente Gianfranco Ganau e del quale fanno parte Eugenio Lai (Sel) e Antonello Peru (Fi), Piermario Manca (Soberania), Giorgio Oppi (Udc), Alessandro Unali (Misto), Michele Azara (Sardegna vera), Angelo Carta (Psd'az), Michele Cossa (Rif), Daniela Forma (Pd), Luca Pizzuto (Sel) e Edoardo Tocco (Fi). Ma è indubbio che la palla sia in mano al Pd, partito di maggioranza relativa. Un mese e mezzo fa nel corso di una riunione del gruppo se ne parlò. E la maggioranza dei consiglieri chiese al presidente di valutare l'opportunità di sospendere il concorso. Tra loro c'era Piero Comandini: «Il numero di consiglieri è diminuito da 80 a 60 ed è in atto la revisione di spesa in tutta la pubblica amministrazione. Per questo quel concorso è inopportuno», spiega. «Prima si riorganizzino i carichi di lavoro e si valorizzi il personale interno, poi si veda». Ganau, dicono, era perplesso allora e ancora oggi, pressato dal segretario generale e dai dipendenti che ambiscono alla promozione, sarebbe orientato a confermare il concorso. Ma molto presto potrebbe trovarsi isolato.
Fabio Manca