Secondo i giudici contabili per effetto del calcolo pro quota del personale che opera nelle sue partecipate, via Roma quasi raddoppia il numero dei propri dipendenti facendo impennare la spesa per le casse pubbliche
Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it
Ctm, Abbanoa, Multiservizi, Società ippica ecc. Forniscono servizi utili e meno utili, altre producono ricavi e altre sono in perdita. Ma tutte costano ai cagliaritani. È di ben 41 milioni di euro la spesa per il personale, oltre mille dipendenti, a carico del Comune, delle partecipate. Numeri fuori controllo, tali da raddoppiare il carico stesso dell’amministrazione, che vede così salire la spesa complessiva per il personale (tra organico e partecipate oltre 2 mila addetti in tutto) a 100 milioni di euro, tutti da pescare dalle casse pubbliche di via Roma.
La Corte dei Conti sta cercando di fare chiarezza e ha chiesto spiegazioni all’amministrazione comunale. Difficile credere che la situazione sia esplosa sotto il governo dell’attuale Giunta guidata da Zedda che qualcosa in merito ha fatto: ha messo Multiservizi in liquidazione e ha internalizzato la Scuola Civica di Musica. Vorrebbe, ma è frenata da ostacoli, dismettere l’anacronistica partecipazione nella Società ippica. Mentre reputa essenziali le quote in Ctm e Abbanoa. Ma gli uffici comunali hanno spedito i documenti sulla ricognizione delle partecipate ai giudici contabili in extremis. Questi ultimi così sono limitati ad una presa d’atto. E ora annunciano nuove verifiche.
Secondo la delibera della Corte dei Conti l’incidenza complessiva della spesa per il personale delle società a totale partecipazione pubblica a carico del Comune di Cagliari sarebbe elevatissima: pari a 41 milioni 723 mila 904,60 euro, in riferimento ad un altrettanto elevato numero di dipendenti (mille e 7). Le cifre risultano consistenti specie se confrontate con quelle, già elevate, relative alle spese per il personale che il Comune affronta per il proprio organico. Dato che nel 2011 la spesa complessiva per il personale del ruolo organico di palazzo Bacaredda era di 63 milioni 101 mila 233,29 euro, a fronte di un numero di addetti pari a mille e 443.
In sostanza, scrive la delibera della Corte, “per effetto del computo pro-quota del personale che opera sulle sue partecipate (limitatamente a quelle interamente pubbliche) il Comune quasi raddoppia il numero dei propri dipendenti, mentre la spesa complessiva supererebbe i 100 milioni di euro”.
Quota partecipazione % Dipendenti % Costo del Personale
Ctm 67,50 510 21.024.951,98
Teatro Lirico* 33,00 92 4.551.363,63
Tecnocasic 30,00 76 3.965.201,40
Parkar 67,50 35 872.669,03
Technomobility 67,50 3 111.695,63
Multiservizi 100,00 21 634.861,00
Abbanoa 17,94 257 10.451.515,88
Molentargius 45,00 13 111.646,07
Totale 1.007 41.723.904,60
(*) Il Comune di Cagliari non comunica (ritenendola “indefinibile”) la quota di partecipazione della Fondazione Teatro Lirico. Viene qui attribuita – a titolo meramente esemplificativo - la quota di 1/3, in considerazione della suddivisione statutaria dei componenti (Stato, Regione, Comune di Cagliari).
E ora i giudici contabili vogliono vederci chiaro. E accertare l’esatta tipologia societaria: anche perché, nello specifico, se oltre alla totale partecipazione pubblica le stesse partecipate, o alcune di esse, dovessero risultare affidatarie dirette di servizi da parte del Comune, risalterebbe la peculiarità di questo dato che – se considerato nel suo insieme - andrebbe a modificare profondamente la percentuale di incidenza della spesa complessiva del personale sulla spesa corrente dell'Ente locale (risultata già pari al 31,3% nell’esercizio 2011).
In via Roma controllare le partecipate c’è il Servizio Bilancio, settore “Società partecipate, controllo analogo”. L’aula di palazzo Bacaredda ha adottato la deliberazione di ricognizione delle partecipate, ma solo il 19 dicembre scorso, mentre il 6 marzo scorso sono pervenute alla Corte dei conti notizie integrative circa iniziative di riorganizzazione del comparto, destinate, però, in ogni caso, a produrre concreti effetti gestionali solo nel corso dei prossimi esercizi.
Così la Corte dei Conti, entrata in possesso “solo in ultimo” della documentazione del Comune, “considerata la loro delicatezza e complessità, nonché l’ampiezza delle questioni giuridiche sollevate riscontrate all’interno di alcuni organismi”, si è limitata a una mera presa d’atto, ma “deve riservare ogni approfondimento e valutazione ad una apposita sede di controllo sulla gestione o in sede di esame delle relazioni del collegio dei revisori sui bilanci annuali interessati dalle operazioni di riorganizzazione deliberate”. Come dire, dovrà andare a fondo e esaminare bene tutte le carte.