KITESURF.
Da oggi al Poetto il campionato iridato Regata che guarda a Tokyo 2020
Il cagliaritano Lucas Rey, classe 1994, unico sardo in gara nella categoria Youth, è un po' il simbolo del messaggio che il campionato mondiale di kitesurf “regata” lancia da Cagliari. Quello di uno sport che ambisce a diventare olimpico (dopo l'illusione di Rio, potrebbe diventarlo nel 2020 a Tokyo), ma anche quello di una città che vuole la propria spiaggia aperta almeno dieci mesi all'anno ai kiters di tutto il mondo.
I presupposti sarebbero ottimi, in una città che volesse davvero puntare su questa disciplina, e più in generale sulla vela, visto che già si allenano qui le nazionali olimpiche azzurre e Luna Rossa. C'è lo Yacht Club del presidente Alberto Floris, c'è la Federvela (e ieri il vicepresidente Francesco Ettorre e il numero 1 della III zona Pietro Sanna lo hanno confermato), c'è l'Ika (la federazione internazionale del kite presieduta dal “cagliaritano” Mirko Babini) e, la notizia è di ieri, c'è l'Esercito (parole del generale Flavio Tozzi), che prolungherebbe l'impegno del mondiale per offrire le proprie strutture marine per tutto l'anno. «Cosa aspettiamo a firmare un accordo?», è stata la conclusione di Floris. Ah, già, alla presentazione mancava l'assessore comunale. Staremo a vedere.
Intanto stamattina parte il Mondiale, per la prima volta separato. Al Poetto ci sono gli Under 21 (Youth), gli over 35 (Master) e gli over 45 (Grandmaster). In tutto una cinquantina da 25 Paesi. Certo, il numero non impressiona quanto quello del 2012, quando il primo, storico mondiale, portò al Poetto circa duecento “aquiloni” da 40 nazioni, ma, come ha sottolineato Babini, «il fatto di non dover gareggiare tra gli assoluti, consentirà ai giovani di esprimere al meglio il loro agonismo per puntare alla vittoria». «Qualcuno di loro lo rivedremo alle Olimpiadi di Tokyo», è stato l'auspicio di Floris.
Carlo Alberto Melis