CENTRO PER IL LAVORO.
Molti utenti arrivati prima dell'ora di chiusura non sono stati serviti
La quiete dopo la tempesta: alle 11,30 di ieri, chiusa la porta d'accesso, al Centro servizi per il lavoro di via Calamattia, una decina di utenti attende paziente il proprio turno nei tre sportelli attivi (uno, il numero 11, è riservato alle categorie protette dalla legge 68). Hanno tutti il numeretto in tasca e la sicurezza di essere ricevuti. Qualcuno tenta di farsi aprire: impossibile, l'orario per la mattina è 8,30-11,30.
Nei giorni scorsi, il clima era ben diverso: l'ufficio stipato di centinaia di disoccupati aspiranti ai pochi posti di lavoro per i cantieri comunali. Dopo giorni di superlavoro, sono apparsi dei cartelloni minacciosi avvisavano che dopo le 13,30 il personale non avrebbe più servito nessuno, numeretto o non numeretto. E così è stato. Risultato: proteste, minacce di ricorso ai carabinieri (succede spesso), impiegati che - finito il turno - si allontanano alla chetichella. Tensioni anche lunedì, ultimo giorno per partecipare alle selezioni per i cantieri comunali e unico giorno con apertura pomeridiana (15-17), è stato forse il giorno più teso. In molti non hanno potuto presentare domanda per il concorso.
«Succede ogni volta che c'è una chiamata al lavoro da parte di un ente pubblico», conferma il dirigente del settore Lavoro della Provincia, Giovanni Antonio Sotgiu. La presentazione della pratica per raccomandata non è prevista: «Sono lavori che hanno una connotazione quasi sociali, percui bisogna presentare il modulo Isee, che certifica il reddito del nucleo familiare. Aggiungiamo che in questi anni i Csl hanno perso il 10 per cento degli addetti, mentre i disoccupati sono aumentati». E allora, nei giorni di picco di presenze, in via Calamattia è il caos. (m. n.)