Manifestazione
M igliaia di piccoli creativi coinvolti in cinquanta città italiane tra arte, pittura, archeologia, musica, canto, lettura, linguaggio, racconto e teatro. È pensato per giovani tra i 6 e i 13 anni la prima edizione del “Festival della Cultura Creativa”, in corso sino a domenica e promosso dalle banche e dall'Abi. Tra le tappe italiane anche Cagliari e Sassari, grazie all'intervento della Banca di Credito Sardo - Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo e della Banca di Sassari - Gruppo Banca Popolare Emilia Romagna.
Lunedì è andato molto bene l'incontro nel capoluogo con lo scrittore premio Anderson Luigi Dal Cin. «Abbiamo avuto un centinaio di ragazzi, tutti molto contenti», afferma Alessandra Spissu del Consorzio Camù che per Cagliari cura la didattica degli eventi. Oggi a Sassari, dalle 9 alle 13, il laboratorio per bimbi tra gli otto e i dieci anni con metodo Munari e visita ludico-creativa al museo nelle vie Santa Caterina e Canopolo e in piazza del Comune. Si replica anche domani (info ai numeri 079 2064814 - 801 - 805). Sempre domani, appuntamento anche a Cagliari. All'Exmà di via San Lucifero, dalle 9,30 alle 12,30, si tiene infatti un percorso di scoperta del ciclo della lavorazione del grano duro (info: 070 666399). Il laboratorio comincia dalla conoscenza delle varietà di grano utilizzate per fare il pane sardo, compresa la famosa varietà Senatore Cappelli. I partecipanti possono sperimentare con mano la setacciatura delle farine, di cui vengono utilizzate tutte le macinature, miscelate in proporzioni diverse per realizzare i diversi prodotti. «Il percorso è tenuto da Claudia Melis, curatrice del Museo del grano di Ortacesus», precisa la responsabile per Camù. Il Festival, che ha il Patrocinio dell'Unesco e del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e ha ricevuto la Medaglia del presidente della Repubblica, sembra avere successo nell'Isola. «È un'opportunità gratuita per le scuole e quindi, in tempi di scarse risorse, una specie di miraggio. Speriamo la manifestazione prosegua», l'augurio finale di Alessandra Spissu.
Manuela Vacca