Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

lusso della doppia pensione

Fonte: L'Unione Sarda
12 maggio 2014


IL CASO. Il più ricco è Gianfranco Anedda (10.068). Segue Salvatore Ladu (9.976) Il

Consiglio e Parlamento, c'è chi viaggia a quota 10 mila euro
Potenti nell'era della politica attiva, turisti per sempre al tempo della pensione. Non ci sono solo i vitalizi del Consiglio regionale ad assicurare la terza età dorata a chi ha deciso di dedicarsi alla vita pubblica. I big di lungo corso si mettono in tasca anche l'indennità conquistata alla Camera o al Senato.
In questa classifica il pensionato più ricco è l'ottantatreenne Gianfranco Anedda , che ogni mese porta a casa un assegno netto di 10.068, frutto dei 5.316 del Consiglio e dei 4.752 di Montecitorio. Lo storico esponente della destra cagliaritana - con Msi, Alleanza nazionale e Pdl - è stato alla Camera dal 1992 al 2006 e in precedenza ha occupato i banchi del Consiglio regionale per vent'anni di fila (dal '69 all'89). Salvatore Ladu - percorso di centro tra Dc, Ppi, Margherita, Ulivo e Pd - è stato in Consiglio regionale per dieci anni prima di arrivare al Senato, dove ha trovato posto per tre legislature. Sessantotto anni, originario di Olzai, può contare su una pensione complessiva di 9.976 euro, sommando quella dell'assemblea sarda (4.623) e quella di Palazzo Madama (5.353).
Anche l'ex presidente della Regione Pietrino Soddu si difende bene: la lunga esperienza in Consiglio gli assicura 5.401 euro, mentre con la stagione passata alla Camera ha maturato un'indennità di 3.836 euro. In totale l'ottantaquattrenne big della Dc sarda percepisce (è in pensione da quasi vent'anni) 9.237 euro. Un altro presidente, Giovanni Del Rio , può contare sui due vitalizi conquistati sull'asse Cagliari-Roma. A quasi novant'anni l'antico amico di Fanfani porta a casa 8.317 euro. Lunghissima l'esperienza nella Dc: sei legislature in Consiglio, due alla Camera. Trentun anni di fila, dal 1953 al 1984 e una doppia pensione da 5.425 più 2.892 euro.
Ma ci sono altri tre ex governatori della Sardegna nelle liste dei doppi pensionamenti: il socialdemocratico Alessandro Ghinami è stato capo della Giunta regionale dal 1979 al 1980. Tra pochi giorni compirà novantun anni, porta a casa 8.140 euro, somma dei due assegni del Consiglio regionale (5.225) e della Camera (2.915). Ha chiuso la vita politica attiva nel 1992. Franco Rais , campidanese di Serramanna, 74 anni, a Villa Devoto dal dicembre del 1980 al maggio del 1982, ha un vitalizio da 6.602 euro, che mette insieme la pensione del Consiglio (4.555) e della Camera (2.047). Completa il gruppo Angelo Rojch , presidente dal 1982 al 1984: guadagna 7.963 euro al mese (5.057 più 2.906 per i dieci anni passati a Montecitorio).
Il sassarese Gavino Angius ha trascorso molto più tempo in Parlamento che in Consiglio regionale. E a Roma - Pci prima, Pds, Ds e Ulivo poi - ha trascorso ventun anni (dal 1987 al 2008), dopo la stagione nella massima assemblea sarda (dal '79 all'84). Si gode una pensione da 8.234 euro. (2.564 da via Roma più 5.670 dalla Camera e dal Senato).
Hanno il cumulo delle due pensioni il socialista Raffaele Farigu (7.151 euro), il socialdemocratico Giorgio Carta (7.092 euro), lo storico esponente del Pci, il maddalenino Mario Birardi (6.642 euro), il socialista Emidio Casula (6.593 euro) e il democratico Bruno Dettori (5.230).
Giulio Zasso
@GiulioZasso

L'ex presidente Claudia Lombardo esercita legittimamente il diritto di rettifica. E noi ci adeguiamo.
Non possiamo, però, derogare dal nostro compito di verifica. Richiamiamo l'attenzione sul documento in nostro possesso, la cui autenticità è stata riconosciuta dalla stessa Lombardo. Nelle parti evidenziate è possibile riscontrare che si tratta di una "Richiesta dell'assegno vitalizio da parte dell'ex consigliere", nella quale si "chiede la liquidazione dell'assegno vitalizio". In evidenza anche due date: il 21 marzo 2014 (48 ore dopo l'inizio della nuova legislatura), giorno in cui il documento è stato protocollato. E il 18 marzo (ultimo giorno della vecchia), che è quella in cui è stato sottoscritto. Non è strano che un consigliere ancora in carica (e Claudia Lombardo il 18 marzo lo era) firmi un documento che ha per oggetto la "Richiesta dell'assegno vitalizio da parte dell' ex consigliere regionale"? La situazione, in spregio al comune senso del pudore, sta diventando kafkiana: ancora un po' e saremo noi a doverci giustificare. (a. mur.)