Un parere netto, un no senza se e senza ma. «Sono assolutamente contrario al vitalizio, di qualunque età si parli. È un privilegio, e al pari di ogni privilegio è oggi un'inaccettabile e anacronistica stortura da abolire. Regole, diritti e doveri devono essere uguali per tutti». Francesco Pigliaru non ammette mezze misure e la sua opinione può condizionare quella dei suoi colleghi di maggioranza. E non solo.
Ma non ce n'è bisogno perché i 40 che hanno risposto, tra i 60 consiglieri regionali in carica, hanno detto sì alla proposta lanciata dall' Unione Sarda sul giornale di due giorni fa "Ora serve una soluzione politica": uniformare i vitalizi degli onorevoli sardi al decreto Monti, che stabilisce che i politici non possano percepirli prima dei 65 anni, con decorrenza retroattiva al 2012. Un'unanimità rara nell'assemblea legislativa sarda.
Per Salvatore Demontis , (Pd) «è l'obiettivo minimo che vorremo ottenere con la presentazione di una proposta di legge, già martedì». D'accordo il collega di partito Giuseppe Meloni che però non sa se «dal punto di vista normativo sia possibile agire retroattivamente. La materia va studiata e approfondita». Esattamente lo stesso dubbio che hanno anche Michele Azara ( Idv) e Luigi Lotto (Pd). Anche Marco Tedde (Fi) dice sì «per una ragione di equità», la stessa che invoca Cesare Moriconi (Pd): «È giusto che i consiglieri come qualunque altro cittadino prendano la pensione a 65 anni. In questo caso, però, non so se il decreto Monti sia lo strumento normativo corretto». Più netto Piermario Manca (Soberania): «I vitalizi andrebbero levati. E se qualcuno obietta che le persone che ne beneficiano hanno comunque versato una parte dei contributi, allora calcoliamo tutto e restituiamo le somme. Solo così si può risolvere il problema una volta per tutte».
Dice sì anche Giorgio Oppi , leader storico dell'Udc, 74 anni, in Consiglio regionale da otto legislature. «In linea generale sono anche io dell'idea che si debba aspettare l'età pensionabile per usufruire del vitalizio. Ma in questo caso si tratta di regole già scritte, per questo motivo occorrerebbe leggere le carte e analizzare i casi nel concreto perché ho dubbi sulla legittimità dell'applicazione retroattiva».
Il leader azzurro Pietro Pittalis , che il vitalizio l'ha già maturato ma non lo incassa perché è ancora in carica, è tra i più convinti sostenitori del sì: «Serve una legge che chiarisca che per godere del vitalizio occorre aver compiuto 65 anni. Inoltre la prossima settimana presenteremo una proposta per abolire anche le indennità di fine mandato e le indennità (da 1200 euro) che si attribuiscono a chi assume la carica di assessore». Una proposta di legge che presenterà anche l'ex sindaco di Quartu Gigi Ruggeri (Pd): «Era uno dei punti del nostro programma già in campagna elettorale. Ora proposta di legge».
«Se non diamo il buon esempio noi, chi lo deve dare?», è il quesito che pone Antonio Solinas , anche lui del Partito democratico.
Edoardo Tocco , consigliere regionale e comunale (Cagliari) di Forza Italia, invita a fare attenzione perché «si tratta di diritti acquisiti. Non so se esista una strumento normativo, quindi legittimo, per cambiare retroattivamente questa situazione. Se ci fosse, sono assolutamente d'accordo». E lo è anche l'ex assessore alla Programmazione e Bilancio Alessandra Zedda , riconfermata dagli elettori: «Dobbiamo rifarci alle norme sull'età pensionabile».
Ma ci sono alcuni distinguo: Alberto Randazzo , consigliere di lungo corso di Forza Italia, tre legislature alle spalle, si dice «pienamente d'accordo purché si estenda l'obbligo a tutte le categorie professionali». Esattamente come accade già. Un altro ex assessore, il sardista Christian Solinas , anche lui riconfermato in Consiglio regionale, tiene a specificare il suo punto di vista: «D'accordo per l'applicazione del decreto Monti. Le norme vanno contestualizzate e si deve interpretare la sensibilità popolare di oggi che è diversa da quella che ha consentito, per esempio, il pensionamento nel pubblico impiego con 11 anni, 6 mesi, un giorno, più il riscatto della laurea».
C'è, infine, chi dice di aver altro da pensare che rispondere a questi quesiti. Fabrizio Anedda (Rifondazione Sinistra Sarda) è tranchant: «Preferisco non rispondere su questo argomento, ci sarebbero altri argomenti più importanti sui quali riflettere».
Fabio Manca
Sara Marci
Mauro Madeddu