Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I cani e i gatti sentinelle della salute

Fonte: La Nuova Sardegna
7 maggio 2014

Presentato a Cagliari il progetto pilota dell'Istituto zooprofilattico sperimentale: partirà da Porto Torres

 

di Stefano Ambu w

CAGLIARI

Cani come sempre migliori amici dell'uomo. Ma, in questo caso anche gatti, pecore o vitelli. Nel progetto pilota dell'Istituto zooprofilattico sperimentale in partenza da Porto Torres diventano, involontariamente, sentinelle della salute. Tutto questo grazie all'attivazione del registro regionale tumori animali, presentato ieri mattina nel corso di un convegno-workshop a Cagliari: si può scoprire magari qual è incidenza delle patologie in una zona considerata a rischio. E magari capire che nell'aria o nel terreno c'è qualcosa non va. Oppure smentire scientificamente allarmi e voci come già capitato in altre zone d'Italia, Insomma, in attesa del registro dei tumori per gli uomini, si parte da lontano. Per ora ha aderito la Asl di Sassari, in un'area caratterizzata dalla forte presenza di industrie. Ma l'intento è quello di allargarsi – ha spiegato il direttore generale dell'Izs Antonello Usai – ad altre zone. In primis, per forza di cose, al Sulcis Iglesiente. Anche quella un'area che, per la presenza di storica di ciminiere, merita un controllo adeguato. Un registro dei tumori degli animali da affezione e da allevamento per definire le categorie e le cause delle malattie tumorali, ma anche per avere alcuni indicatori ambientali utili non solo alla salute umana, ma anche sulla qualità degli alimenti. Nel mirino soprattutto i mangimi provenienti da mezzo mondo. Per mettere su la banca dati il progetto si avvarrà della collaborazione del centro di referenza nazionale per l'oncologia comparata. Che, per esempio, è già riuscito nella Penisola a fare luce sul caso Vado: «Il monitoraggio di cani e di gatti – ha spiegato il responsabile Angelo Ferrari – ci ha consentito di stabilire che l'incidenza di tumori sugli animali, in una zona considerata ad alto rischio, era pari a un'altra area considerata invece a rischio zero. Scoprendo però anche che nella zona a rischio era maggiore l'incidenza di malattie respiratorie». Serve la collaborazione di tutti: ambulatori veterinari privati, allevatori, impianti di macellazione. Con prelievi controllati di sangue o di reperti istologici. «Vogliamo mettere sotto la lente di ingrandimento la situazione per la quale non abbiamo dati scientifici dettagliati ma solo alcuni riscontri sporadici – ha detto Usai –. Entro sei-otto mesi contiamo di allargare il progetto e i primi risultati potranno essere valutati tra un anno. Non si tratta solo di un problema di epidemiologia, ma vogliamo capire le cause di questi tumori. Con tutte le problematiche del caso: il cancro non è una malattia, ma tantissime malattie. Abbiamo solo dati molto parziali: impossibile per ora ragionare, se non a spanne, su questi risultati».