L'assessore Coni: «Controllo della viabilità con sensori e telecamere»
Calo del 6 per cento delle auto che entrano in città
La crisi aiuta. Di certo, visti i numeri, a snellire il traffico che ogni giorno si riversa sulla città, sensibilmente calato in questi ultimi anni. Gli osservatori più attenti le attribuiscono responsabilità alte, almeno del cinquanta per cento. E se paradossalmente le difficoltà economiche spazzano via (lo hanno fatto) un bel po' di auto dagli ingressi di Cagliari, per raggiungere i risultati sperati da chi governa l'area vasta metropolitana bisognerà attendere ancora.
I RISULTATI I numeri, pur sempre preoccupanti, confortano. Intanto le percentuali: dal 2008 al 2013 la quantità di macchine che insistono giornalmente sul capoluogo intasando le porte d'ingresso principali registra un calo del 5,69 per cento. A indicarlo, inconfutibilmente, è la rete-spia sistemata dal Comune di Cagliari e gestita direttamente dalla sala controllo e mobilità della Polizia municipale. È qui che, ogni secondo, finiscono i dati raccolti in periferia. «Il progetto è, dal punto di vista dell'estensione della rete, quasi al novanta percento», dice l'assessore ai Trasporti e viabilità, Mauro Coni, «stiamo aggiungendo altri sensori, telecamere, pannelli a messaggio variabile anche nell'area vasta».
LE VIE MALEDETTE Sono nove le strade maledette del pendolarismo quotidiano. La “corona di spine” che tiene sotto assedio il capoluogo. Dalla statale Sulcitana, con i centri rivieraschi della costa sud-occidentale e dagli agglomerati industriali di Macchiareddu e Sarroch, arrivano quotidianamente quasi ventimila auto. Che salgono a ventiduemila con i mezzi del raccordo della 195. Sono invece 13.250 le macchine private che confluiscono su Cagliari da viale Elmas, 12.300 da viale Monastir, 34 mila dalla statale 131-circonvallazione Pirri, 9.300 da via Italia, 10 mila da via Vesalio, 34.200 da viale Marconi, 16.513 da viale Lungosaline-Poetto. Numeri che naturalmente raddoppiano con l'aggiunta del traffico in uscita. Cifre che, se confrontate con quelle raccolte negli anni scorsi, per esempio nel 2008-2010 e 2011, raccontano un trend in discesa. «Dai cinquantasette, cinquantotto milioni di auto che annualmente si riversavano sulla città», dice l'assessore ai Trasporti, «si è arrivati ai 54 milioni del 2013. Stiamo parlando di un calo percentuale che sfiora il sei per cento. Ora è chiaro che la rinuncia ad utilizzare la propria vettura e magari più macchine nella stessa famiglia ha uno stretto legame con la crisi economica, ma è anche vero che sono notevolmente migliorati i servizi dei trasporti urbani ed extraurbani. E di questo le persone, i pendolari, se ne sono accorti».
LE SOCIETÀ La conferma arriva dall'Arst. Arriva dal Ctm. Ricorda Carlo Poledrini, direttore dell'Azienda regionale sarda trasport: «Da 2013 abbiamo incrementato i viaggiatori che utilizzano i nostri mezzi del 3,5 per cento, e questo a parità di servizi. Un dato che interessa l'intera Isola ma che acquista maggior significato sul pendolarismo che insiste su Cagliari». Un successo che spingerà l'Arst a incrementare le corse con i paesi limitrofi e magari a migliorare la qualità di pullman e corriere. «La gente - dice Poledrini - non vuole più usare la propria auto e forse è proprio questo che sta contribuendo ad abbattere il flusso del traffico su Cagliari. Per capire il fenomeno, ci sono, a parer mio, anche altre variabili: per esempio la crisi industriale e la chiusura di parecchie fabbriche. Per quanto ci riguarda stiamo cercando di mettere in piedi un sistema più rivolto alla qualità che alla quantità dei nostri automezzi, mentre c'è ancora molto da fare per l'integrazione tariffaria treni-bus». Incremento di utenza che interessa anche il Ctm diretto da Ezio Castagna, dove il fenomeno ha numeri ancora più soddisfacenti, fino al 5 per cento.
LA SORPRESA Ieri mattina sulle strade per Cagliari il traffico scorreva senza intoppi. Dalle sette alle 8,30, viabilità leggera a sud-ovest. Sulcitana senza intoppi. Così sulla Carlo Felice, sulla statale 131. Tutto sommato anche sulla 554, la corona-viaria da cui si dipartono le strade-spina, i percorsi maledetti che attraversano Selargius, Monserrato, Quartu, Quarucciu, Pirri per buttarsi su Cagliari. Su queste, le municipalità dell'area metropolitana, dovranno ancora lavorare.
Andrea Piras
L'arteria dei semafori si conferma strada-maledetta
Statale 554, l'incubo persiste
È ancora la 554 il vero cruccio. È la statale tra il Margine Rosso e la 131 a dettar legge. Lo sarà fino a quando il grande progetto di riqualificazione non sarà completato. Alla fine, quando tutti i semafori saranno annullati, inizierà la vera rivoluzione. «È proprio la condizione di questa statale, il suo cattivo funzionamento, a determinare il caos», sostengono in Municipio, a Cagliari. Per raccontarle, le difficoltà permanenti, si rispolvera la recentissima vicenda del famigerato impianto semaforico di Is Corrias-Barracca Manna-Su Pezzu Mannu, cancellato in via sperimentale e ora dimenticato. Durava tre minuti e venti, il rosso più lungo della Sardegna. Tremila veicoli si fermavano lì e ripetevano lo stop negli altri cinque impianti, per un totale di 18 minuti. Lo sconcio della 554. «Ebbene, per impedire a una cinquantina di persone che abitano in zona di sobbarcarsi settecento metri in più di statale prima di invertire il senso di marcia - dice l'assessore Mauro Coni - stavamo lasciando in fila, per diciotto interminabili, improponibili minuti, migliaia di persone. È chiaro che non è pensabile sperare nel miglioramento della viabilità se non si prendono anche decisioni apparentemente impopolari ma che poi, alla lunga, si dimostrano vincenti. Settecento metri a sessanta chilometri orari si macinano in settanta secondi, solo questa è stata la costrizione tanto contestata».
La statale 554, comunque, resta l'incubo. Almeno fino a quando non sarà definitivamente accantonato l'ultimo semaforo.
A. Pi.