L'INTERVISTA. Il conducente ferito
«In 26 anni che guido gli autobus a Cagliari non mi era mai capitata una cosa del genere, oggi purtroppo c'è troppa violenza gratuita, è pieno di ragazzi che sembrano avercela col mondo e cercano pretesti per fare a botte, il nostro lavoro sta diventando estremamente pericoloso, spero che si faccia qualcosa per migliorare la sicurezza nostra e dei passeggeri perché così non possiamo andare avanti».
Romolo Fadda, 50 anni, metà dei quali passati a lavorare come autista del Ctm a Cagliari, porta ancora i segni del pestaggio subito domenica sera mentre era in servizio sull'autobus della linea 3. «Mi hanno dato dieci giorni di prognosi, ho un occhio gonfio e dolori al costato. E poi mi fa ancora male la testa, mi hanno picchiato con una violenza impensabile. E soprattutto lo hanno fatto senza alcun motivo». Un incubo iniziato poco prima delle 20, quando sul mezzo pubblico sono saliti due ragazzi. «Avevano più o meno vent'anni, palestrati, abbastanza su di giri - è il racconto di Romolo Fadda -, quando erano a bordo non è successo nulla, i problemi sono iniziati dopo che sono scesi alla fermata di via Emilia».
È a quel punto che i due balordi, probabilmente per divertirsi, si sono lasciati andare a delle provocazioni del tutto gratuite. «Non ho mica capito il motivo eh? Appena scesi hanno iniziato a insultare me e un'altra passeggera e a farci dei gesti volgari, ridevano e continuavano con le provocazioni, io mi sono limitato a dire ma andate a quel paese, poi ho chiuso le portiere e sono ripartito». Sembrava finita lì, con una delle tante scene di maleducazione che gli autisti del Ctm sono costretti a sopportare ogni giorno. Invece i due balordi avevano deciso di dare una lezione a Romolo Fadda, così hanno raggiunto a piedi la fermata di via Abruzzi, che è anche il capolinea della linea 3, dove sapevano che l'autobus avrebbe fatto una sosta di alcuni minuti.
«Li ho visti arrivare e ho capito immediatamente che c'erano guai all'orizzonte - spiega l'autista -, li ho riconosciuti e ho chiuso gli accessi prima che potessero salire. Il problema però è che le porte automatiche si possono facilmente aprire dall'esterno, una cosa che davvero non riesco a capire, e infatti ci hanno messo pochi secondi a forzare quella anteriore, poi me li sono ritrovati addosso». Per quanto poteva Romolo Fadda si era preparato al peggio. «Avevo preso l'estintore per difendermi, quando sono saliti l'ho spruzzato contro di loro sperando che se ne andassero, invece si sono arrabbiati ancora di più e mi sono saltati addosso. Picchiavano come professionisti, sembravano esperti di arti marziali, mi hanno colpito con calci e pugni, provavo a difendermi ma non era possibile, erano più forti e soprattutto erano in due. Quando sembrava che se ne fossero andati sono sceso dal bus, ma erano ancora lì e mi hanno aggredito nuovamente». Ancora pugni e calci, poi la fuga. «A quel punto sono riuscito a chiamare il 113, poi l'ambulanza mi ha portato in ospedale».
Ora Romolo Fadda ha paura: «Potrei incontrarli ancora, oppure altri come loro. È successo anche ad altri colleghi, rispetto al passato c'è molta più violenza e noi abbiamo paura, forse sarebbe il caso che almeno in certi orari ci fosse qualche servizio di vigilanza, di certo così non si può andare avanti».
M. Le.