Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Berlusconi: «I sardi vogliono cambiare»

Fonte: La Nuova Sardegna
12 gennaio 2009

DOMENICA, 11 GENNAIO 2009

Pagina 3 - Fatto del giorno

di Alfredo Franchini 



«Il pessimismo di Soru non dà risultati» Nel programma turismo e giardinaggio



Nessuno di noi vuole diventare un cementificatore: venite a vedere il mio parco in Costa Smeralda

CAGLIARI. Berlusconi a valanga, fa da apripista a Cappellacci, spiega il programma che il Centrodestra sardo dovrà portare avanti, assicura che tornerà ancora in questa campagna elettorale almeno altre quattro volte: «Il voto è importantissimo per il futuro della Sardegna ma avrà anche un rilievo nazionale».
Il presidente del Consiglio ha trascorso la giornata di ieri a Cagliari dove nella tarda mattinata ha fatto una visita di cortesia al vescovo e poi ha ricevuto in albergo, prima del comizio alla Fiera, esponenti dei partiti della coalizione. In serata, mentre Berlusconi parlava alla Fiera è giunta da Birori l’ufficializzazione della decisione dei sardisti: appoggeranno il Pdl e Ugo Cappellacci.
Il salone della Nautica che può contenere 5.000 persone è pieno. Bandiere sventolanti azzurre, di An, dell’Udc, dei Riformatori e una del Psd’Az che diventano due quando il comizio finisce ma diventa ufficiale l’apparentamento con i vecchi Quattro mori.
Sedici minuti dopo le 17, Berlusconi e Cappellacci salgono i gradini del palco. Il presidente del Consiglio apre i lavori delineando quello che dovrebbe essere il programma in caso di vittoria di Cappellacci; da lì a poco il premier avrebbe ceduto la parola al candidato-govrnatore per poi tornare, solitario sul palco, e delineare scenari di politica nazionale e internazionale. Berlusconi va subito al cuore della polemica. Soru lo aveva accusato di essere un colonizzatore e Berlusconi ironizza: «Avevo pensato di presentarmi con una bandana da pirata ma poi ho rinunciato. Tenete conto che gli scherzi per noi sono importanti perché quando ci sono i problemi tutto può essere risolto in modo positivo: non ho mai visto un pesimista riuscire a realizzare qualcosa». Berlusconi tesse le lodi di Cappellacci come persona positiva, garbata, che ha la capacità di ascoltare e rispettare tutti. «Non è un politico di profesisone», spiega il premier, «ma un uomo che conosce la trincea del lavoro». Poi ricorda l’antica amicizia col padre di Cappellacci, elogia la famiglia (e ne farà riferimento lo stesso candidato), un garanzia, dice: perché pensando ai propri «meravigliosi figli» Cappellacci penserà al futuro dei sardi.
Contestazione. Berlusconi incomincia a parlare della situazione economica quando una trentina di studenti universitari e precari della ricerca danno inizio a una èprotesta contro la riforma varata dal governo. Entrano nel salone della Nautica e srotolano tre striscioni. In uno compare la scritta «Non ci rappresenti», nell’altro campeggia la scritta «Miliardi ad Alitalia. Miliardi alle banche e per l’Universita? Solo tagli. Vergogna. No al governo dell’ignoranza, no alla 133». Nel terzo striscione, infine, è raffigurato il viso di Berlusconi con una freccia che indica i capelli e la scritta «Questi li hai grazie alla ricerca».
Berlusconi sente il rumore in fondo alla sala ma la situazione non gli è chiara. Il microfono è aperto e si sente il premier che chiede: «Chi sono? Sono nostri o sono loro»? Non si sente la risposta di Cappellacci ma la situazione, d’improvviso, è chiara. Berlusconi alza il tiro: «Ecco, avete visto cosa è successo. Noi da liberali mai ci saremmo sognati di andare a disturbare le manifestazioni degli altri. È per questo che non debbono prevalere mai». La contestazione portata nel salone era stata accennata anche all’arrivo del corteo delle auto col premier a bordo.
Si spargono voci di scontri al di fuori della Fiera ma la Questura smentisce: «Siamo soltanto intervenuti per tenere a distanza i dimostranti», ha spiegato una fonte della Polizia riportata dall’agenzia Ansa. All’arrivo del corteo delle auto col premier, gli studenti avrebbero esposto gli striscioni striscioni e a quel punto le forze dell’ordine si sarebbero interposte tra i dimostranti e il premier e gli altri rappresentanti delle forze politiche che stavano entrando nella sala.
Giardinaggio. Al T-hotel, Berlusconi ha organizzato un set televisivo riservato solo a tre televisioni regionali. Espone le sue idee forti per la Sardegna che poi riprenderà in serata nel comizio alla Fiera. «Ho un’idea forte per la Sardegna», spiega, «vorrei, con il contributo di tutti i sardi, trasformarla nella più grande oasi ambientale del Mediterraneo». Il concetto è chiaro: «Non c’è nessuna sfida personale, questo è un test regionale dopo anni in cui i sardi hanno sofferto per le decisioni di chi voleva chiudere l’isola con un lucchetto. «La Sardegna», spiega Berlusconi, «ha una grande ricchezza con la sua macchia mediterranea che vive con poca acqua ed è verde per tutto l’anno. Tanti Paesi del Mediterraneo sarebbero interessari al mirto, al ginepro, al corbezzolo, all’olivastro e al lentischio. Con il risultato di creare migliaia di posti di lavoro nel giardinaggio». Il premier chiarisce meglio: «Non siamo cementificatori, venite a vedere quello che ho realizzato a Porto Rotondo». Dopo l’intermezzo, cioè la parte riservata a Cappellacci che ipotizza la creazione di 100 mila posti di lavoro, il presidente del Consiglio riprende la parola per ulteriori suggerimenti sulla linea economica.
Aeroporti. Berlusconi prende la paternità per aver portato nell’isola la regina dei voli low cost, cioè Ryan Air. Un lavoro ottimo, da perfezionare: «Tortolì e Oristano dispongono di due aeroporti funzionanti ma che, in realtà, non funzionano. E questa tendenza si può cambiare». Ma le scelte economiche della Sardegna, sostiene, non possono prescindere nemmeno dall’artigianato: «Penso all’oreficeria. La Sardegna è talmente ricca di filigrana che non si può non pensare all’apertura di un punto vendita in tutte le città italiane. Invece ora che cosa è successo? Esisteva un ente apposito, l’Isola, ma è stato chiuso».
Metano. Berlusconi rimette le mani sul metanodotto la cui società di gestione, Galsi, è stata realizzata dalla giunta Soru: «L’aveva voluto la giunta Pili», ricorda, «e nei prossimi giorni volerò in Algeria per dare il via al nostro vecchio progetto».
G8. Per il G8 a La Maddalena, sostiene Berlusconi, «abbiamo eredidato la decisione (del governo Prodi Ndr), ma non c’erano i soldi. Li abbiamo trovati e ora sulle infrastrutture si lavora senza soste». Tra le tante possibilità di creare lavoro, Berlusconi indica i siti archeologici.
Il tema della campagna elettorale ritorna periodicamente. Sfida locale o nazionale con Renato Soru, candidato del Pd e per qualcuno potenziale candidato anche alla futura premiership del Paese? «Io non la intendo così, afferma, «i sardi vogliono un cambiamento rispetto a ciò che è stato fino ad oggi. Intendo fare una campagna per dare il mio contributo, da innamorato della Sardegna ad una regione diversa da quella di questi ultimi cinque anni, che si è chiusa in sè e ha quasi allontanato gli altri». La Sardegna - è la tesi del premier - è l’isola del sole, del mare, del verde. «C’è bisogno di potenziare queste vocazioni per turismo ed agricoltura. Credo di poter dare una mano alla campagna elettorale», conclude il premier, «e di poter essere vicino con il governo del Paese a una giunta che i sardi vogliono come cambiamento rispetto a ciò che è stato».