il concerto
CAGLIARI Music for fun. And pleasure. Musica per piacere e divertirsi. E divertire, come vuol dire in inglese “fun” che in italiano si pronuncia come la parola fan. Cioè supporter, appassionati e tifosi. Fans insomma. E questi erano davvero tanti per l’anteprima di “Forma e poesia nel jazz” a seguire martedì sera all’Auditorium Paolo Fresu e il suo Quintetto intenti a presentare dal vivo “i30!” album che sigla un trentennale sodalizio. Quasi mille fans per una delle più longeve formazioni del jazz nostrano ed europeo. Oltre ottocento, per l’esattezza, che hanno siglato con applausi a scena aperta la loro stima e l’affetto per il trombettista di Berchidda. Che da queste parti giocava in casa con i suoi compagni (Roberto Cipelli al piano, Ettore Fioravanti alla batteria, Attilio Zanchi al contrabbasso e Tino Tracanna ai sassofoni). Il set, funestato purtroppo da un suono spesso confuso (qualche volta persino imbarazzante con i fiati che coprivano il resto della band) è costruito come una sorta di viaggio nell’itinerario musicale e sonoro di ciascuno dei componenti. Con brani ad hoc in scaletta scritti da ciascuno di questi musicisti. Dall’iniziale “T.R.E.A.P.”) di Zanchi a “Till the end” di Cipelli, “30 giorni” e “Gufo” di Tracanna, “Crisalide” di Fioravanti e ancora Zanchi con “Go Go”. La parte del leone è ovviamente del leader con il trittico “Trasparente”, “Giallefoglie” e “Chiaro”, il brano che apre il disco, di chiara impronta davisiana, ispirato alla fase elettrica di Miles dall’album “We want Miles” del 1982, a “Tutu” del 1986 fino ad “Amandla” del 1989. Fresu come di consueto, più al flicorno che alla tromba, e quasi sempre sordinata, inebria i fans con le sue volute melodiche, le frasi semplici ripetute in loop con l’elettronica. La musica è leggera e quasi pop nel senso di godibilità. Tutto è ben curato e senza grandi scossoni. Il quintetto va a memoria e l’intesa è regina. E i fans esplodono di gioia. (walter porcedda)