Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Centro storico, strade colabrodo

Fonte: La Nuova Sardegna
12 gennaio 2009

LUNEDÌ, 12 GENNAIO 2009

Pagina 17 - Cronaca

Incidenti, brutte cadute: si moltiplicano le richieste di danni al Comune ‘contro’ la rete viaria



Le perdite sotterranee d’acqua causa di smottamenti



Solo nelle vie principali si tappano le voragini con la pezza d’asfalto

CAGLIARI. L’ultima vittima sono due: madre e bambino in carrozzella finiti lunghi e stesi in via Manno col passeggino del piccolo addosso e un mare di gente che temeva qualcosa di brutto dal capitombolo rovinoso per colpa di un buco nell’asfalto. Nelle strade di Cagliari ce n’è di ogni genere: buche che lacerano gomme, sballano equilibrature, cancellano convergenze, espellono motorini dalla carreggiata e poi, se si tratta di strade pedonali o comunque frequentate a piedi, mettono in pericolo l’incolumità fisica delle persone. Storte, fratture, cadute hanno convinto il Comune a stipulare una polizza assicurativa che rimedia ai danni fatti: a persone e a cose. Ma il punto è che i danneggiati preferirebbero invece evitare danni, contusioni e i fastidi delle denunce, delle visite, delle perizie e quant’altro serve per dimostrare ciò che si è subito. Ci si chiede: ma perché Cagliari vive nel dissesto stradale permanente? I fenomeni sono di vario di genere. C’è la buca che si forma per l’avvallamento improvviso del manto a causa di un cedimento sotterraneo, di una perdita d’acqua che erode il basamento della strada, di un lavoro fatto su una condotta e mal sistemato. Quartieri come Stampace e Villanova poggiano su detriti, in parte risulta di attività di cava: le perdite di almeno il 40 per cento dell’acqua dalle condotte colabrodo contribuiscono ai piccoli smottamenti che dissestano l’asfalto delle strade. Ma la causa della pessima condizione delle strade di Cagliari è anche un’altra: la città è un cantiere permanente per la sistemazione delle tubature sotterranee. Si apre per sistemare una condotta e poi si chiude tutto, si riapre anche a distanza di una manciata di settimane per aggiustarne una seconda e si chiude. A Villanova questo apri e chiudi è riuscito a durare anche due anni di seguito con intervalli di pochi mesi. Quando l’asfalto viene steso di nuovo di solito non si rifa tutta la strada: solo la parte aperta e quindi la carreggiata non è più liscia, c’è un dislivello. Quando nella connessione si forma un piccolo buco, se la strada è «importante» (via Sonnino, via Bacaredda, via Dante) la pezza di asfalto viene rimessa subito e quindi comincia il collage che alla fine riduce la strada a un percorso sconnesso e pericoloso. Nelle strade minori (come via Giardini, via Tempio e in generale tutte le stradine interne di Villanova e di Stampace) i buchi si forma e nessuno li chiude, così le strade diventano i percorsi di guerra che conosciamo, con i dislivelli, le buche taglienti, gli avvallamenti in corrispondenza dei tombini doppiamente pericolosi perché se si inciampa nella buca si inciampa subito dopo nel coperchio del tombino. Rimedi in vista: nessuno.