Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Non m’interessa la politica nazionale Penso solo al futuro della nostra isola»

Fonte: La Nuova Sardegna
12 gennaio 2009

LUNEDÌ, 12 GENNAIO 2009

Pagina 2 - Fatto del giorno

IL CASO 






SASSARI. «Sono candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra, non è mia intenzione impegnarmi nella politica nazionale». Al termine dell’incontro sassarese, Soru ha respinto con forza qualsiasi illazione su un suo possibile coinvolgimento in cariche nel Pd oltre Tirreno. E, intervenendo con ancora maggiore precisione, ha negato di pensare a una sua sfida con Berlusconi per Palazzo Chigi. «In Sardegna c’è da eleggere il nuovo presidente della Regione - ha proseguito davanti ai microfoni e alle telecamere - Il mio futuro è nell’isola».
La questione era stata anche al centro d’interventi interni al Partito democratico nazionale, contrapponendo in particolare i sostenitori di Prodi e dell’Ulivo ai seguaci di Veltroni. Un caso che in parte si è trascinato nelle ultime ore. Dal Nord a Napoli, passando per Firenze e Pescara, il malumore dei territori è infatti tangibile tra i democratici. Tanto che il giorno dopo la riunione del coordinamento delle otto regioni settentrionali, il segretario chiede coesione. «Mandare tutto al diavolo? - scandisce Veltroni in una intervista all’Unità - Non ho il diritto di farlo. Anzi, ho più entusiasmo e determinazione che mai». Le bagarre a livello territoriale si intersecano con quelle nazionali. Specie con le velleità di leadership più o meno dichiarate. «La situazione - dice Fioroni - è pirandelliana. Zingaretti, Soru, Enrico Letta sono personaggi in cerca d’autore. Vogliono tutti fare il leader e il loro ruolo viene prima del progetto». Resta iper-critica la posizione dei parisiani. Ieri l’ex ministro della Difesa sassarese ha attaccato Veltroni, che ha ammesso di sentirsi «a volte come Penelope». «Ma lui dimentica - accusa Parisi - che Penelope non tesseva e disfaceva la tela d’accordo con i Proci, ma contro i Proci. E non lo faceva di malavoglia, ma guidata dalla speranza perché sapeva che Ulisse sarebbe tornato. Noi quella speranza l’abbiamo persa». (pgp)