Parla l'assessore Farris
Precari al Comune, percorso a tappe verso il posto fisso
«Non esiste alcuna intesa», afferma a muso duro l'assessore al Personale Giuseppe Farris. Ma l'esponente dell'esecutivo non sta certo spegnendo le speranze dei precari del Comune che aspirano alla stabilizzazione. «Non esiste alcuna intesa perché non è necessaria: la Giunta ha affrontato questo problema con la delibera numero 80 del 20 marzo». Farris ce l'ha con gli esponenti del centrosinistra che, forse a causa di un cortocircuito della maggioranza, martedì hanno stilato un documento destinato a risolvere la situazione dei precari. «Tra l'altro, questa intesa non tiene conto di una circolare del 28 aprile del ministro per le Riforme e l'Innovazione che dà l'interpretazione autentica alla norma della Finanziaria sul precariato».
Un'interpretazione che detta le linee attraverso le quali questi lavoratori avranno un posto di lavoro a tempo indeterminato. «Stabilisce che le stabilizzazioni possono essere fatte soltanto se, nel contempo, vengono fatti concorsi dall'esterno e si procede alle progressioni verticali». Che cosa signfica? Se viene, per esempio, stabilizzato un precario, il Comune deve bandire un concorso per assumere un esterno e deve anche promuovere un dipendente. «Norme sulle quali non ci sono margini di manovra e che sono state, evidentemente, recepite dalla delibera di Giunta».
Concorsi da bandire, ricognizione sulla pianta organica del Comune: aspetti presenti nell'intesa ma, afferma Farris, dei quali si è già occupata la Giunta. «Dopo la stabilizzazione dello scorso anno, sono stati indetti alcuni concorsi: adesso è in fase di espletamento quello relativo alla Polizia municipale. La ricognizione? Il termine di trenta giorni non ha alcun senso visto questo lavoro viene fatto quotidianamente dal nostro assessorato».
Adesso resta da stabilire quanti precari potranno realmente usufruire di questi benefici: gli aspiranti, almeno a giudicare dal numero di persone che segue regolarmente le sedute di Consiglio che si occupano dell'argomento, sembrano essere almeno una cinquantina. Ma non tutti loro potranno realmente trovare una sistemazione. «Nella verifica fatta l'anno scorso due richiedenti su tre non avevano i requisiti per ottenere la stabilizzazione». Persone che dovranno accontentarsi di finire nella riserva: in pratica, potranno aspirare a lavorare per una decina di mesi all'anno. Gli altri hanno la certezza della stabilizzazione entro il 2011 «Ma non possiamo fissare date certe dal momento che dobbiamo tenere conto delle necessità dell'organico e dei lavoratori che, in questo periodo, andranno in quiescenza. Comunque, sia chiaro, noi siamo l'unica amministrazione che ha provveduto a queste stabilizzazioni, utilizzando, tra l'altro, risorse proprie». ( mar.co. )