MOSTRE. A Cagliari al Teatro civico di Castello a cura di Arteficio sino all'11 maggio
È stato l'autore di personaggi intramontabili come Lalla bimba capricciosa, Chicco Barca, e il pastore sardo Pippo Pentola; con la sua matita ha fatto divertire generazioni di bambini sardi e non, e ha illustrato con piglio ironico le copertine e le pagine patinate di tante riviste. Eccoli i quarant'anni di successi del fumettista Ennio Zedda (dagli anni Trenta agli anni Settanta) celebrati in una mostra (al Teatro civico di Castello a cura di Arteficio, sino all'11 maggio, orari 10 - 13 e 17-20, biglietto 3 euro) con una lunga esposizione di fumetti che hanno riempito le pagine del Balilla, Carolina, sino al Lunedì dell'Unione.
Zezè, così si firma, da Macomer dove nasce nel 1910 si sposta a Cagliari, ed esordisce su satirici come Su pibireddu, Pibiri e Sali, Biddio sino ai testi e le caricature dello speciale inserto de L'Unione Sarda e poi i cartelloni per alcuni locali e negozi cittadini nell'inusuale ruolo di figurinista e allestitore. Ma la vera svolta arriverà all'età di vent'anni quando il trasferimento nella capitale gli consentirà di lavorare in campo editoriale con i più importanti protagonisti dell'illustrazione e della caricatura italiana. Iniziano così le sue collaborazioni con La Tribuna illustrata, La Piccola Italiana dal 1932 al 1943, sino al Giornalino , settimanale cattolico fondato nel 1924. E tra un fumetto e l'altro spesso passano sottesi messaggi ideologici nei dialoghi dei suoi personaggi fortemente politicizzati, anche quando il registro fiabesco delle immagini lascia spazio ad affascinanti spunti umoristici. Storie portatrici dei tormenti di un'intera epoca e segnate da uno stile inconfondibile: grande senso del colore, l'uso delle tinte piatte, attitudine alla stilizzazione, geometrismo, pagine a vignette con alcune illustrazioni racchiuse in riquadri sormontati da dialoghi. Senza mai scordare la terra d'origine che ritroviamo in alcune figure ricorrenti come Pippo Pentola in costume sardo, personaggio nato nelle Favole del villaggio del 1948.
Una carriera costellata di successi sino allo scadere degli anni Sessanta quando posa la matita al chiodo per dedicarsi alla letteratura, dopo una vitalissima stagione creativa che aveva allietato i più piccoli con quelle sue figurine colorate sempre in festa, le bambine capricciose con le spalline abbassate, e i bambini infagottati nei cappottini caldi.
Maria Dolores Picciau