Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Elezioni, Comune a singhiozzo

Fonte: La Nuova Sardegna
9 gennaio 2009

VENERDÌ, 09 GENNAIO 2009

Pagina 1 - Cagliari



Polemica tra opposizione e maggioranza sul proseguo dei lavori L’opposizione: «Rallentate tutto». La maggioranza: «Solo falsità»



Provincia, difficile trattative tra il presidente dimissionario Milia e la maggioranza di centrosinistra

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Botta e risposta tra opposizione e maggioranza sul blocco dei lavori consiliari e le prossime elezioni. L’altro ieri il consiglio comunale è durato solo 45 minuti e la minoranza ha accusato la Giunta e la maggioranza di aver iniziato il nuovo corso pre-elettorale volto a non disturbare la campagna delle regionali. E la polemica che si è sviluppata anche ieri mattina nella riunione dei capi gruppo per la programmazione trimestrale dei lavori.
Intanto continuano le consultazioni per risolvere la crisi provinciale, iniziata dopo le dimissioni del presidente Graziano Milia. Oggi dovrebbe tenersi un incontro tra quest’ultimo e la maggioranza di centrosinistra (capi gruppo e consiglieri): per proseguire il colloquio iniziato l’altro ieri coi responsabili dei vari partiti che reggono l’esecutivo di piazza Palazzo. Due storie, quelle del Comune e della Provincia, che provengono da binari diversi, ma che portano alla stessa stazione, quella delle elezioni regionali. In entrambi i casi, infatti, le polemiche o le dimissioni presentano sullo sfondo - direttamente o indirettamente - il prossimo confronto elettorale.
Nel secondo palazzo di via Roma sono quindici-sedici, tra assessori e consiglieri, coloro che vorrebbero traghettarsi, armi e bagagli, nell’altra istituzione, quella regionale. E di questi, quattro o cinque sono componenti dell’esecutivo. Ma in Municipio la maggioranza non ci sta ad essere accusata di voler congelare i lavori in attesa delle elezioni, quasi volesse non disturbare assessori e consiglieri candidati. E Ugo Storelli e Alessandro Serra (rispettivamente capi gruppo di Forza Italia e An) sottolineano in un comunicato, rivolti alla seduta assembleare dell’altro ieri, che «il boicottaggio di cui parlano i consiglieri del Pd é un’invenzione di propaganda elettorale. Nella riunione del consiglio comunale era assente solo un assessore su dodici. La maggioranza di centro-destra, come confermato dal verbale della conferenza dei presidenti di gruppo del 29 dicembre intende proseguire i lavori dell’assemblea anche durante la campagna elettorale». Ma Ninni Depau (capo gruppo del Pd) aveva precisato, in conferenza dei capi gruppo, che «proprio in quei verbali si parla di riduzione da due a una sola giornata per le riunioni dell’assemblea comunale. Oltre al fatto che nell’ultima seduta consiliare, alcune interrogazioni non sono state fatte perchè mancava il sindaco Emilio Floris che è il responsabile della Giunta».
In maggioranza, però, «non accettiamo lezioni del Pd - proseguono Storelli e Serra - che ha riversato le proprie tensioni interne nelle istituzioni: prima con le dimissioni tattiche del presidente della Regione, poi con la farsesca vicenda della crisi in Provincia. Quando usciranno le liste, i cagliaritani potranno verificare se ci saranno più candidati tra i 17 consiglieri comunali di centrosinistra che tra i restanti 23. Sarà evidente che la sortita del Pd é solo un ossequioso segnale al presidente della Regione, nel tentativo becero di usare l’assemblea civica come cassa di risonanza per la propaganda elettorale».
I toni, insomma, si riscaldano. «Il problema - precisa Depau - è che diversi esponenti dei gruppi che sostengono il primo cittadino avevano sottolineato che la Giunta soffriva di immobilismo. Oggi la questione non è tanto da porre sul numero delle sedute del Consiglio, due o tre o una, da tenere alla settimana, quanto sul fatto che si deve lavorare in base alle pratiche che vi sono e che sono importanti per la città e non sul fatto che ci saranno le elezioni».
In Provincia, dopo l’incontro di Milia col commissario del Pd Michele Passoni, il rientro del presidente dimissionario viene dato per scontato. Il problema, però, resta la futura Giunta, considerato anche che durante il discorso di dimissioni il responsabile dell’esecutivo aveva sottolineato la necessità di un passaggio da dieci a otto assessori e la volontà di ridiscutere il patto con la maggioranza.