TEATRO. La ricostruzione della congiura in una piéce di Luciano Marrocu e Rita Atzeri
L e rivoluzioni vanno sempre storte, sostiene per dottrina Luciano Marrocu. Storico e scrittore che ha voluto dare impianto teatrale a un episodio noto ai posteri come la congiura di Palabanda, vano tentativo di rovesciare il potere. Dicono i pochi documenti che nell'abitazione di Stampace del notaio e membro dello Stamento Reale Salvatore Cadeddu si riunissero alcuni personaggi di diversa estrazione sociale.
A partecipare agli abboccamenti almeno tre parenti stretti di Salvatore: i figli Luigi (delegato di giustizia) e Gaetano (avvocato) e il fratello Giovanni, Tesoriere dell'Università. Il prete bonorvese Gavino Muroni, il sarto Giovanni Putzolu, il pescatore Iganzio Fanni, il panettiere Giacomo Floris, Giuseppe Zedda, Francesco Garau, Raimondo Sorgia, Antonio Massa.
Il piano prevedeva di entrare in Marina, nella notte tra il 30 e il 31 ottobre del 1812, attraverso la porta di Sant'Agostino e poi raggiugere Castello. L'obiettivo, fisico e politico, era il ministro di Polizia Giacomo Pes di Villamarina. I congiurati si ritrovano all'ora convenuta nei pressi del convento dei Carmelitani e qui si separeranno in gran fretta, senza aver potuto dar corso all'azione. Qualcuno ha parlato, le autorità sanno tutto, gli arresti non tardano. Vengono emanate otto condanne a morte e due ergastoli. Salvatore Cadeddu viene impiccato nel 1813, il corpo bruciato e le ceneri sparse al vento. Gli atti del processo, finiti nelle mani degli eredi di Villamarina, furono fatti scomparire.
Trasposti sul palcoscenico i fatti di “Palabanda”, danno luogo a uno spettacolo, diretto da Rita Atzeri, che avrebbe bisogno di parecchie aggiustature. Ad esempio, tempi più stretti, minor uso delle immagini proiettate e una più severa selezione delle musiche originali eseguite dal vivo da Alessandro Muroni e Stefano Salis. Luciano Marrocu, autore di un testo dotto e piacevole, dovrebbe affidarne la lettura a un attore professionista. Le note storiche si alternano alle scene in costume in una sequenza che, evidente nelle pagine, si perde nelle righe dei copioni. Il nucleo del racconto, piano e ricco di spunti illuministici, è un buon soggetto di imperitura attualità. A casa Cadeddu, prima di quella sera d'ottobre del 1812, si conversava amabilmente. A parlare di amore e governo, di vecchie usanze e nuove idee, protagonisti inventati e reali ed è il loro ragionar di tutto a rendere lo spirito di un'epoca. A settembre sarà un film in dvd per la regia di Andrea Lotta.
Alessandra Menesini