COMUNE. Patto maggioranza-opposizione, sgravi anche per le imprese
Le famiglie da 4 o più persone pagheranno meno
Se tu dai una cosa a me io do una cosa a te: l'accordo fra opposizione e maggioranza in Consiglio comunale porta ai cagliaritani un risparmio di un milione di euro sulla Tari, la componente dell'imposta comunale unica (Uic) che va di fatto a sostituire la Tares. A guadagnarci sono soprattutto le famiglie con quattro o più componenti, che si divideranno in sgravi un “tesoretto” da 849mila euro; altri 190mila euro (ma la maggioranza fa sapere di avere intenzione di aumentare la dotazione) saranno invece divisi per il 70 per cento fra le famiglie in base al reddito e per il restante 30 per cento fra le attività produttive cittadine.
Tutto nasce, si diceva, da un accordo fra opposizione e maggioranza. La prima, in cambio di un voto bipartisan su due emendamenti che istituivano il primo gli sgravi per le famiglie “numerose” e il secondo il fondo per famiglie e attività produttive, ha offerto il ritiro di un pacchetto di 3.500 emendamenti al bilancio di previsione 2014. La seconda ha votato compatta i due emendamenti, approvati all'unanimità dall'assemblea, ottenendo così la strada spianata per l'approvazione del bilancio, che potrebbe avvenire già dopodomani.
QUANTO SI RISPARMIA I conti li ha fatti Davide Carta, capogruppo del Pd: «La Tari ha una parte fissa, calcolata in base ai metri quadri, e una variabile in base al numero dei componenti del nucleo familiare. La modifica interviene su quest'ultima». Ipotizzando un appartamento di 100 metri quadri, una famiglia di quattro persone dovrebbe risparmiare 48 euro, una di cinque 63, una di sei poco meno di 75.
FARRIS (PDL) Per Giuseppe Farris, capogruppo del Pdl che ha messo sul tavolo la possibilità di accordo, un successo politico: «La maggioranza - dice - ha dimostrato di avere consapevolezza del momento drammatico che la città attraversa. Per le coperture è stato fondamentale l'apporto degli uffici. Abbiamo deciso di agevolare le famiglie numerose perché siamo convinti che, contrariamente a quanto spesso si sente ripetere - ahimè anche da parte del sindaco Zedda - l'amministrazione di un Comune come Cagliari è un protagonista della vita economica, e tra le leve a sua disposizione c'è appunto la riduzione del carico fiscale sulle famiglie. Gli sgravi ai nuclei cosiddetti “numerosi”, che un tempo sarebbero stati considerati normali (papà, mamma e due o più figli) alleggeriscono materialmente la loro situazione e contribuiscono a rimettere in circolo del denaro, perché le famiglie più numerose sono quelle che hanno esigenze di spesa immediate: ciò che non dovranno pagare in tributi lo spenderanno».
CARTA (PD) «Questa volta, cosa che non avveniva per la Tares, c'era la possibilità concreta di recuperare delle risorse per concedere delle agevolazioni», spiega Davide Carta. «Si è deciso di abbattere del 20 per cento la quota variabile della Tari in relazione al numero dei componenti del nucleo familiari, dunque a prescindere dal reddito. L'opposizione aveva proposto il 30 per cento. L'altra misura approvata, quella del fondo da 190 mila euro (che abbiamo intenzione di integrare in futuro) da cui attingere per ulteriori aiuti a famiglie e attività produttive, riprende una nostra proposta: in questo caso la leva, sulla quale noi riteniamo molto importante agire, è quella del reddito. In futuro riusciremo a essere più selettivi, in questa direzione, in modo da aiutare le famiglie più in difficoltà».
Marco Noce
Retroscena
La pressione tributaria
al centro
del confronto
Ce ne siamo accorti tutti: negli ultimi anni il carico delle imposte locali si è fatto via via più pesante. Colpa dello Stato, ha spesso ripetuto il sindaco Massimo Zedda, che riducendo i trasferimenti ha ritagliato per i Comuni l'odioso ruolo dell'esattore fiscale: sua la battuta secondo cui il vero nome dell'Imu, anziché Imposta municipale unica, sarebbe dovuto essere Imposta statale unica.
Il gruppo consiliare del Pdl ha fatto i conti e, un paio di settimane fa, ha fornito le cifre: «Nel 2012 il Comune di Cagliari incassava in tributi poco più di 118 milioni di euro l'anno», calcolava Giuseppe Farris. «Nel 2013 questa cifra era aumentata di 61 milioni, arrivando a oltre 179. Il risultato? Una pressione pro capite mostruosa: siamo passati dai 586,93 euro pro capite l'anno del 2011 ai 1.159,21 del 2014. E teniamo conto che “pro capite” significa contare proprio tutti, da bambini di pochi mesi agli anziani ultracentenari».
Davide Carta, nell'occasione, aveva negato che Cagliari avesse livelli di pressione tributaria superiore a quelli di altri Comuni analoghi: «L'anno scorso abbiamo tenuto l'Imu al 4 per mille sulla prima casa, il livello minimo previsto».
Tuttavia l'opposizione ha fatto della pressione tributaria il tema delle offensive delle ultime settimane: proprio il gruppo del Pdl di recente ha reso pubblico un documento trasmesso dal Comune al ministero dell'Economia dal quale risulta che il bilancio 2013 evidenzia un avanzo di cassa superiore di 14 milioni e 655 mila euro rispetto a quanto previsto dal patto di stabilità. (m. n.)