Il dirigente scolastico: «La sua attività ci serva da insegnamento»
Dedicato all'archeologo l'istituto di via Garavetti
Nessuna targa né taglio di nastro. Solo un breve discorso e alcune diapositive di un tempo, per ricordare uno studioso, un insegnante, un padre. Si è svolta così, in semplicità, la cerimonia d'intitolazione della scuola primaria di via Garavetti a Giovanni Lilliu, figura di spicco dell'archeologia e cultura cagliaritane, scomparso due anni fa. Lunedì pomeriggio il dirigente scolastico Francesco Manconi e il corpo docente hanno accolto le due figlie Cecilia e Caterina, il sindaco Massimo Zedda e l'assessore comunale alla pubblica istruzione Enrica Puggioni per tagliare il traguardo di un iter iniziato diciotto mesi fa.
«Sono stato un suo allievo ma l'idea ha un significato più profondo», rivela il dirigente, «l'attività e la vocazione intellettuale di Lilliu rappresentano, per gli studenti di ieri e oggi, un invito a costruire il proprio futuro studiando il passato e vivendo il presente sulla base di alcuni principi fondamentali che ha sempre coltivato».
La proposta, accolta quasi all'unanimità dal collegio dei docenti nel settembre 2012 a pochi mesi dalla scomparsa del professore, è stata approvata, ironia della sorte, a fine febbraio. Quindi, durante il centenario della nascita di Lilliu, celebrato con l'inaugurazione delle due mostre a lui dedicate, e l'esibizione al pubblico dei Giganti di Mont'e Prama. «Non li aveva mai dimenticati», ha ricordato Manconi, «l'immagine era impressa sulla copertina di un suo volume del 1982».
Le sue tante e appassionate battaglie in difesa del patrimonio culturale e ambientale possono diventare uno stimolo per le nuove generazioni. Una prima occasione sarà la prossima edizione di Monumenti Aperti. «Vorremmo non fosse più un'iniziativa episodica ma trovasse continuità con la vera e propria adozione dei monumenti da parte della cittadinanza e delle scuole».
Il plesso di Monte Urpinu è il primo, in Sardegna, a fregiarsi del nome di professor Lilliu. Da un paio di settimane il nuovo titolo campeggia già, a caratteri rossi ed eleganti, in testa alla home page del sito web dell'istituto. Sulla scrivania del dirigente sono cambiati anche i timbri. A breve, seguirà tutta la documentazione. «Ma non è una questione estetica e formale», precisa, «il professore ci ha consegnato un motto, che vogliamo applicare al nostro lavoro di tutti i giorni: la migliore eredità che possiamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti sono le radici e le ali. Le prime irrobustiscono l'albero della nostra identità, le seconde ci portano a conoscere l'altrove. Solo così potremo indicare strade nuove alle future generazioni».
Clara Mulas