COMUNE. Consentirebbe ai titolari di acquistare beni di effettiva necessità
Tra gli emendamenti al Bilancio di previsione che il Consiglio comunale si appresta a votare diversi riguardano gli aiuti alle povertà estreme. Alcuni: l'incentivazione con 450 mila euro di un “meccanismo di restituzione alla collettività dell'aiuto prestato” attraverso “prestazioni sociali e civiche offerte dai beneficiari del Fondo per le estreme povertà” (Claudio Cugusi-Marisa Depau), l'attribuzione di “maggiori risorse agli interventi per le povertà estreme” (Sergio Mascia, primo firmatario) e l'istituzione di una social card. Nella richiesta (prima firma di Fabrizio Rodin, seguita da quelle di Maurizio Chessa, Davide Carta, Marco Murgia e Francesco Ballero) la formula non è esplicita, sebbene il senso sia quello di una tessera sociale. Nell'emendamento viene indicato l'importo di 200 mila euro da destinare ad “aiuti per le povertà estreme, vincolando l'utilizzo all'impiego di strumenti che consentano di individuare preventivamente la tipologia di beni e servizi acquistabili attraverso i contribuiti di sostegno economico erogati dall'amministrazione”. Dove trovare i soldi? Rodin, presidente della Commissione Politiche sociali: «Dal Fondo di riserva».
IL TREND Nel Fondo sono contenuti 3 milioni e 900 mila euro: il 60 per cento riservato alle povertà estreme, il 40 per soccorrere i cittadini impossibilitati a pagare gli affitti delle case. «Oggi», spiega Rodin, consigliere del Pd, «chi ha bisogno si rivolge ai servizi sociali e, mese per mese, ottiene in media un aiuto economico di 200 euro». Sempre di più si rivolgono agli assistenti sociali: «Un cagliaritano su cento viene assistito mensilmente, e il trend è in crescita». Nell'emendamento Cugusi-Depau viene indicata l'impennata del disagio: «Le richieste ritenute valide dai Servizi sociali sono mediamente aumentate rispetto al 2013 del 15 per cento». I dati di marzo fotografano il numero. «Millecento cagliaritani», sottolinea Rodin, «hanno ottenuto il contributo».
IL SISTEMA Il meccanismo, per il presidente della Commissione, va modificato. «Invece di dare soldi alle persone bisognose si pensi a un sistema elettronico che permetta il controllo della spesa, dopo una preventiva autorizzazione per determinate merci». Chiunque oggi riceva 500 euro non potrebbe, se l'emendamento venisse accolto, spendere il contributo in Gratta e vinci o altro ma soltanto per beni di prima necessità indicati dal Comune. «Il sistema della social card», osserva Rodin, «permetterebbe inoltre al Comune di tracciare la spesa e capire quali sono realmente le necessità». (p. p.)