È il fascino della settimana santa cagliaritana. Gli occhi curiosi di qualche turista straniero si interrogano per capire cosa succeda: “Is misterius” sanno attrarre anche chi non conosce rituali plurisecolari. Così è stato anche ieri per la processione dei misteri, partita dalla chiesa dei gesuiti di via Ospedale. Di nuovo c'è una partecipazione di fedeli che aumenta di anno in anno. Il rullare dei tamburi, “su toccu de sa xira santa”, avverte che la processione sta lasciando la chiesa di San Michele. Organizzata dalla congregazione degli Artieri, a guidarla è padre Enrico Deidda, superiore dei gesuiti di via Ospedale, al suo fianco c'è l'arcivescovo Arrigo Miglio. Con la gente ci sono gli altri veri protagonisti della processione. Silenziosi, ma quanto mai partecipi, perché sembrano che raccontino nei dettagli la passione del Cristo. Sono gli straordinari simulacri del Lonis: presentano un Gesù umano e sofferente che percorre la via del Calvario sino alla crocifissione. “Is misterius” hanno rinnovato il grande abbraccio con il centro storico: la processione ha sostato a Sant'Anna, Sant'Antonio, Cattedrale, San Giovanni, Sant'Agostino, Sant'Efisio sino al ritorno a San Michele. In ogni chiesa è entrato un solo simulacro per volta accompagnato dalla Addolorata: un canto, una preghiera e poi via per le strade. Dopo una assenza dal 1960 al 2004, questa processione è dal 2005 di nuovo parte integrante della settimana santa cittadina, grazie al superiore della Compagnia di Gesù di via Ospedale di allora, padre Francesco Botta che volle riproporla.
Alessandro Atzeri