L'esistenza dell'Arciconfraternita del Gonfalone è giustificata da uno scopo: il pellegrinaggio a Nora e le manifestazioni che la precedono. Gli appartenenti al sodalizio - chiarisce lo Statuto - devono “sentire come dovere irrinunciabile il parteciparvi”, se non del tutto almeno in parte. Chi capitasse in questi giorni di preparativi in piazzetta Sant'Efisio a Stampace, vedrebbe diversi confratelli indaffarati: ognuno, sotto la guida del primo guardiano Mario Maffa, con un compito da svolgere. Il Consiglio di amministrazione dell'Arciconfraternita, incaricando direttamente la Banca (il consiglio di presidenza) o il presidente (che coincide con la figura del primo guardiano) deve assolvere a questi adempimenti: scegliere il cappellano del pellegrinaggio del primo maggio dopo aver sentito il cappellano dell'Arciconfraternita e il prelato protettore, promuovere le intese con il capitolo metropolitano e con il Comune come depositari del voto a Sant'Efisio e tenere i contatti con i parroci del percorso e con le famiglie che ospiteranno il servizio. Si dovrà inoltre prendere accordi con i carradori per la scelta dei gioghi di buoi, cercare i maneggi che forniscano i migliori cavalli per la Guardiania e per il cappellano. Si dovrà inoltre scegliere, d'intesa con il sacrista maggiore, due confratelli professi che “fungano - chiarisce lo Statuto - da collaterali durante il pellegrinaggio quali responsabili del simulacro”. Al primo guardiano, in carica tre anni, spettano i compiti più gravosi: oltre al ruolo di guida, dovrà “tenere alto il livello di vita religiosa” e comportarsi come un “buon padre di famiglia verso tutti i confratelli e consorelle”. Dovrà poi, per il decoro dell'Arciconfraternita, essere presente nelle diverse tappe del pellegrinaggio e partecipare almeno alle principali tratte del percorso verso il luogo del martirio di Sant'Efisio.
Pietro Picciau