Le sculture di Maria Grazia Oppo, tra natura e design
di Daniela Paba w
CAGLIARI Collier pendenti come mobile, fluttuano leggeri nell'aria e la impreziosiscono di bagliori argentei. Fino al 16 aprile lo spazio Soha, in vico II Sulis 18, è dedicato alle sculture gioiello di Maria Grazia Oppo, artista e designer che sperimenta le contaminazioni di materiali ed elementi naturali con le tecniche che vengono dall'arte e dall'artigianato di chiara matrice femminile. La scultrice di Ghilarza ha scelto di esporre nel locale dedicato all'arte orafa sarda contemporanea anelli e collane d'argento realizzate con la tecnica della cera persa. Nelle pieghe del metallo i monili della Oppo ospitano piccoli oggetti che arrivano dalla natura come conchiglie, fossili o pietre dure non trattate. Ad altre lamine si aggrappano piccolissimi oggetti dell'artigianato tradizionale come minuscole corbule; in altre ancora le vele d'argento assumono le fattezze dei panni stesi o delle calle in fiore. Appese al soffitto con impalpabili fili di nylon le sculture della Oppo si muovono come cerchi di luce sospesa, sopra una sedia costruita con fassonis e metallo che l'artista ha già esposto a Roma al museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari nella mostra “Riflessi di giunco”. Completa la mostra una piccola teca con gli anelli in cui la Oppo dà la misura dell'incontro tra la forma fiammante, intrecciata, a spirale della piccola scultura con la dimensione dell'anello importante, della scultura da indossare. L'artista conferma in questa esposizione come una parte della sua ricerca sia sempre intesa a trovare la connessione tra arte e design, tra la modernità delle forme e l'antichità della tradizione artigiana, che declinano qui e ora il segno di secoli di lavoro femminile, prezioso e umile insieme. In sintonia col lavoro della natura, accolta qui come matrice di perfezione, ispiratrice delle geometrie che il metallo accoglie, segue, accompagna. Se la natura, fonte inesauribile di ready made, dà colore e forma, il metallo dà luce, l'artista quindi compone questi elementi, li plasma in una matrice nuova, in un segno che, mentre aggiunge pezzi alla ricerca individuale, evoca un rapporto col passato più remoto della terra, con quello più recente della storia umana. La mostra che si può visitare tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, sarà trasferita dopo Pasqua nella sede Soha di Porto Cervo.