Gli americani pronti a investire 85 milioni: trentamila posti tutti al coperto, alberghi, negozi e spazi per bambini
Luca silvestrone Siamo in grado di realizzare l’impianto in appena venti mesi Ora incontreremo anche Massimo Cellino, vogliamo il Cagliari
di Roberto Muretto w
CAGLIARI Il Sant’Elia come l’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Un fondo americano è pronto a investire 85 milioni di euro per dare a Cagliari e al Cagliari Calcio un impianto all’avanguardia. Ieri il progetto è stato presentato al sindaco Massimo Zedda dal manager Luca Silvestrone, che rappresenta il gruppo statunitense che ancora non ha svelato il proprio volto, accompagnato da Davide D’Arace, che ha studiato le linee guida dell’opera. Ma perchè il sogno diventi realtà sono necessari due passaggi: il Comune dovrà dare l’ok alla fattibilità e Massimo Cellino vendere la società agli investitori che arrivano dagli States. Due condizioni imprescindibili che potrebbero concretizzarsi (più la prima della seconda) entro giugno. Il progetto. Lo stadio avrà una capienza di trentamila spettatori. Tutti posti a sedere e al coperto. Del Sant’Elia rimarrà pochissimo. Sparirà l’architettura esterna, mentre si salveranno le fondazioni e i pali. L’impianto sarà destinato a vivere tutto l’anno, anche quando non si giocheranno le partite. Al suo interno sono previsti negozi, alberghi e probabilmente anche delle piscine olimpioniche. Non soltanto calcio, ma anche rugby e uno spazio che verrà destinato ai grandi eventi di spettacolo. Nel progetto è prevista la realizzazione di chioschi e spazi dedicati a i bambini. L’energia elettrica arriverà dal fotovoltaico e dalle pale eoliche non impattanti. E previsto anche un impianto di fitodepurazione per l’acqua. Tempi e problemi. Se l’iter non troverà ostacoli, l’inizio dei lavori è previsto per il 2015 per concludersi dopo circa venti mesi. Ma durante questo lungo lasso di tempo dove giocherà le partite casalinghe il Cagliari? «Stiamo valutando diverse soluzioni - ha spiegato Luca Silvestrone - e in questo ci darà una mano il Comune. Dalla ricerca di un’altra sede provvisoria, alla possibilità di giocare al Sant’Elia con i lavori in corso. Anche se questa seconda soluzione allungherebbe i tempi di realizzazione e lievitare i costi». Una cosa è sicura, la prossima stagione il Sant’Elia dovrà avere una capienza minima (in deroga) di sedicimila posti, altrimenti non c’è una sola possibilità che il Cagliari giochi davanti ai propri tifosi. Cellino. Il presidente del Cagliari era il convitato di pietra all’incontro di ieri. Lui ha già avuto un primo faccia a faccia con Luca Silvestrone, durante il quale, secondo quando dichiarato dal manager di Ravenna, avrebbe manifestato la propria disponibilità a cedere la società. Intento ribadito anche qualche giorno fa quando il patron le sue intenzioni sono sembrate chiare, salvo marce indietro che non sono da scartare a priori: «Per come sono fatto è impossibile che tenga due società di calcio». Cellino è uno che vuole avere tutto sotto controllo e anche se può contare su validissimi collaboratori, pretende di seguire ogni cosa in prima persona. Ma ha anche detto: «Di cessione del club riparleremo a salvezza raggiunta». La risposta. «Realizzazione dello stadio e acquisto della società di calcio sono operazioni congiunte - ha ribadito ieri Silvestrone -. A breve organizzeremo un nuovo incontro con Cellino per approndire il discorso. Sarò l’ occasione per entrare nei dettagli. Sappiamo che non sarà una trattativa semplice, ma il primo passaggio è sapere se sono in vendita anche le proprietà immobiliari del club, Centro Sportivo di Assemini compreso». Siamo alle prime schermaglie. Cellino è abituato a clamorosi colpi di scena. Succederà ancora?