Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una città accogliente ma perde residenti

Fonte: L'Unione Sarda
7 gennaio 2009

l'analisi La responsabile Caritas e il docente



Aumentano gli stranieri in città. «Ma a un ritmo che pare essere tollerabile». Francesca Tiboni, responsabile per la Caritas del centro di ascolto per stranieri Kepos, legge aspetti positivi nei dati pubblicati dal Comune. «Il fatto, in primo luogo», riflette, «che questi dati si basano sulla residenza. Cioè si parla di stranieri regolari che, appunto, attraverso la residenza, mostrano un alto livello di integrazione». Non solo: l'aumento non è esponenziale ma progressivo. E, per di più, molto equilibrato. «Non c'è prevalenza di uomini o donne: la mancanza di un sesso predominante testimonia ulteriormente la volontà di integrazione attraverso il ricongiungimento».
E Cagliari, tutto sommato, mostra di non soffrire più di tanto l'arrivo degli stranieri. «A parte qualche vecchietto che chiede solo badanti di pelle bianca». Episodi sporadici. «Molti stranieri scelgono Cagliari dopo essere stati in altre città perché trovano il posto molto accogliente. A noi, per esempio, capita spesso di intervenire in situazioni di disagio che ci vengono segnalati da cagliaritani e non da stranieri».
Ma non bisogna farsi troppe illusioni: non saranno certo gli stranieri a evitare lo spopolamento della città. «Anche perché», interviene Giuseppe Puggioni, docente di statistica sociale alla facoltà di Scienze politiche, «gli stranieri tendono ad acquisire i modelli della popolazione ospite». Dunque, capita che le coppie, anziché mettere al mondo molti figli come fanno nei loro paesi, si limitano a far nascere uno, due discendenti. «Tra l'altro, i livelli di sopravvivenza da noi sono decisamente più alti rispetto ai loro paesi». E ancora c'è tanto da lavorare sul ricongiungimento familiare. «Attualmente, soltanto la comunità cinese tende a riunire i componenti del nucleo familiare». ( mar.co. )