LA CITTÀ DIMENTICATA. Dai vini di qualità al crepuscolo del vecchio opificio Zedda-Piras
Nell'ex stabilimento di viale Ciusa sorgeranno case e piazze
I resti dell'antica distilleria saranno spazzati via. Resterà l'imponente ciminiera - traccia archeologica di un'epoca industriale ormai tramontata - e attorno nascerà un quartiere: con uffici, negozi, servizi, ristorazione, giardini, due corpi di fabbrica alti quindici metri, uno affacciato in viale Ciusa, un secondo in via dei Platani. Dove ancora esistono le macerie dell'ex stabilimento Zedda-Piras a Pirri (terreno di 14 mila metri quadrati) troveranno posto anche una piazza privata a uso pubblico e una serie di edifici che, spiega la delibera del Consiglio comunale che nel 2010 ha approvato il “Piano attuativo” del progetto di recupero dell'area tra via Biasi e via del Platano, sono stati predisposti “come una cornice capace di rafforzare la presenza della ciminiera”.
LE FERITE Se il cantiere potrebbe aprire quanto prima e cancellare per sempre le tracce dell'ex fabbrica acquistata da un gruppo di privati riuniti nella cooperativa “Area urbana” (con l'intenzione di realizzare un piano di edilizia residenziale da 25 milioni di euro), dell'intero complesso restano la memoria e le ferite inferte dal tempo. Attraverso i buchi dei cancelli arrugginiti di viale Ciusa si può osservare un mondo. Sconsigliato (se questo fosse possibile) passeggiarvi all'interno: muri pericolanti, travi marce e pareti franate, intaccate dall'umido e da un vecchio incendio. Ogni anno che trascorre è un maglio che s'abbatte sul quel che resta della vecchia fabbrica di liquori. Soltanto la ciminiera sembra resistere imperturbabile all'incuria. Da quando anche i vecchi proprietari Zedda-Piras hanno lasciato (il marchio è passato alla multinazionale Campari) l'intera area è stata abbandonata. La società che ha presentato il progetto di recupero (“L'antica distilleria srl”) prevede di realizzare 31.500 metri cubi di volumetrie tra commerciale, direzionale e residenziale. Saranno recuperate le linee di fabbrica, la ciminiera non sarà abbattuta.
IL SIMBOLO Scelta giusta e romantica. La ciminiera è il simbolo dell'ex distilleria e rimanda alla stagione delle grandi sfide fatte da imprenditori del settore vitivinicolo tra l'Ottocento e il Novecento. La fondazione dell'azienda si deve alla capacità di Francesco Zedda, proprietario di vigneti: per differenziarsi da altri produttori di vini cagliaritani con lo stesso cognome unì a quello del padre il cognome della madre, Piras. Non erano tempi facili, i suoi: difficoltà di accedere al credito, mancanza di aiuti pubblici, comunicazioni e mercato da inventare. Francesco Zedda-Piras puntò sulla qualità e aprì il primo stabilimento per produrre vini da dessert. Sfondò. Continuò ad acquistare grosse partite di uva dagli altri produttori e allargò la vendita. Numerosi gli attestati ottenuti in manifestazioni all'estero: tra il 1884 e il 1900 i suoi vini vennero premiati a Londra, Anversa, Parigi, Buenos Aires, Asti. Antonino, subentrato al padre Francesco (morto nel 1903), nel 1808 costruì in viale Ciusa (allora via Santa Maria Chiara) un nuovo e moderno opificio con una capacità produttiva di 10 mila ettolitri e moltiplicò l'offerta: all'attività enologica unì quella della distillazione dei sottoprodotti della vinificazione. Fu la svolta. La produzione di distillati, alcool e liquori diventò la parte centrale dell'attività.
CREPUSCOLO Dopo la seconda guerra mondiale l'azienda passò ai quattro figli di Antonio e il mercato sardo (fino agli anni '90) fu conquistato sempre più dai prodotti Zedda-Piras: dall'Alchermes al Maraschino, dai Millefiori all'acquavite di vino, dal Filu 'e ferru al liquore di Anice. Nel 1956 i fratelli Zedda-Piras sostituiscono il vecchio distillatore con un nuovo macchinario automatizzato che resterà in funzione fino al 1982. Nel 1994 il crepuscolo: la ditta passa nel gruppo Sella e Mosca e la famiglia Zedda-Piras esce di scena. La distilleria di viale Ciusa cede al declino.
Pietro Picciau