L'ultimo editoriale pungente di Enrica Anedda su Cinemecum
di Enrica Anedda direttrice di Cinemecum
Come tutti oramai ben sanno, Cagliari ha superato, insieme a Lecce, Matera, Perugia, Ravenna e Siena, la prima selezione della prestigiosa manifestazione "La capitale europea della cultura" (alla quale hanno partecipato 21 città italiane).
Un traguardo importante, raggiunto grazie all'apprezzamento ricevuto dalla Commissione Europea per il cospicuo dossier sul programma che si vorrebbe svolgere a Cagliari nel 2019. Entro il 21 luglio le sei città selezionate dovranno presentare un ulteriore progetto aggiornato e alla fine dell'anno una giuria internazionale indicherà la città vincitrice, alla quale verrà assegnata la somma di un milione e 500mila euro. E' una occasione unica per la nostra città che potrebbe elevarsi culturalmente e avvantaggiarsi turisticamente grazie a diverse iniziative che la riqualificherebbero anche da punto di vista urbano. Se la vittoria non ci sarà, Cagliari potrà comunque segnare un punto positivo in termini di visibilità e partecipare al Programma Italia 2019 per attivare collaborazioni culturali con le 21 città candidate. Aver superato la prima selezione è giustamente motivo di orgoglio per tutti, soprattutto per il nostro primo cittadino, Massimo Zedda, che purtroppo recentemente è stato costretto a gettare acqua sul fuoco acceso dalla gaffe di Francesca Barracciu. Il neo sottosegretario alla cultura, infatti, esprimendosi a favore di Cagliari ha suscitato la reazione stizzita delle altre città che concorrono per la vittoria. Ci si augura che non abbia compromesso la competizione. In ogni caso alcuni, anche dalle pagine del quotidiano L'Unione Sarda, si sono domandati se Cagliari sia pronta ad un evento così importante.
Da una parte il grande fermento suscitato attorno a una serie di iniziative in corso in prospettiva del traguardo, tra cui il bel sito realizzato dalla nostra amministrazione, non giustifica le perplessità; dall'altra alcuni recenti comportamenti della Giunta municipale invece le legittimano. E' la seconda volta in pochi mesi che il Comune di Cagliari proroga la data di scadenza dei bandi, come se la loro pubblicazione fosse un giochino per bambini e non, invece, un'offerta pubblica regolamentata da leggi precise. La proroga più recente è quella dei termini dei bandi per la cultura rinviati al 31 marzo solo un' ora prima dalla scadenza prevista per il 24 marzo, attraverso un avviso online. Un brutto colpo per tutte quelle associazioni che alacremente avevano lavorato al bando, anche durante il fine settimana, per riuscire a predisporre le domande nei termini e che solo al momento della consegna hanno appreso dello slittamento e hanno visto le loro fatiche vanificate. Sul sito il dirigente del Comune motiva il rinvio con la segnalazione della esigenza "di altri (sic!) operatori del settore di disporre di un limitato tempo ulteriore. "Una giustificazione che penalizza i più bravi e attenti e avvantaggia discrezionalmente "gli altri"". L'Assessore alla cultura, Enrica Puggioni nel rispondere (in maniera vaga) alla interrogazione del consigliere comunale Claudio Cugusi, ha sostanzialmente attribuito la decisione al dirigente; in realtà si mormora sia stato il sindaco in persona (non pago del pasticcio Crivellenti / Fondazione Teatro Lirico) a pretendere la proroga. Comunque sia, si tratta di una grande scorrettezza, la cui responsabilità è dei nostri amministratori. Un sintomo di superficialità e leggerezza, che rende i bandi suscettibili di ricorso, con tutte le eventuali disastrose conseguenze a carico di tutti. Sono state immediate e vibranti le proteste di molte associazioni compresa l'Agis (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo).