Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«I sardi decidano da soli»

Fonte: L'Unione Sarda
7 gennaio 2009

 
Soru lancia a Cagliari la campagna elettorale

Nel giorno dell'Epifania, Renato Soru allestisce sul palco della Fiera di Cagliari un presepe in chiave sarda: c'è un pastore (di Escalaplano), un insegnante, imprenditori locali, operai del petrolchimico, ricercatori precari. Raccontano le loro testimonianze: il leader fa da presentatore e poi - unico politico - chiude col suo intervento. E ad applaudire il presepe non arrivano i re magi ma ci sono, in platea e fuori, tantissime persone: alla fine saranno più di 3mila. Giunte, al seguito di mezzi più prosaici di una cometa, da tutta l'Isola.
Proprio la Sardegna è il cuore del messaggio soriano, nell'avvio della campagna elettorale del centrosinistra: «Dobbiamo fidarci di noi, non di chi giura che penserà lui ai nostri guai», dice il governatore alludendo a Berlusconi. È il premier il bersaglio degli spunti polemici (non molti) del candidato. Mai nominato il vero sfidante, Ugo Cappellacci: però parlando coi giornalisti in serata, mentre la gente sfolla dalla Fiera, Soru si ricorda di lui per dirsi «disponibile anche domani a un faccia a faccia. Magari in un cinema, con la gente e le tv che riprendono».
CHI C'ERA Il Palacongressi fa fatica a contenere tutti: sala strapiena anche nelle vie di fuga, impossibile penetrarvi già pochi minuti dopo l'orario di inizio. E grande folla anche fuori, di fronte ai maxischermi allestiti sia nel foyer che al piano superiore dell'edificio.
In platea sventolano le bandiere di tutti i partiti e, in più, molti Quattro Mori: li hanno portati i sardisti in rotta col Psd'Az, pronti ormai a coalizzarsi col centrosinistra con la lista dei Rossomori. Parecchi i volti noti dei politici, a partire dalla Giunta quasi al completo e dai consiglieri regionali uscenti. Ci sono anche (a parte Paolo Fadda) i big dell'area riformista del Pd, i cosiddetti dissidenti. Siro Marrocu e Giulio Calvisi, i consiglieri Giacomo Spissu, Silvio Lai, Giuseppe Cuccu, Franco Sanna, Vincenzo Floris e altri ancora.
E c'è Antonello Cabras, leader dei non soriani, che annuncia la disponibilità a discutere col commissario del Pd Passoni e con lo stesso Soru i criteri per le candidature. Compreso il limite delle due legislature. Che tra l'altro, par di capire, sarà rigido: rischiano anche il presidente del Consiglio Spissu e il capogruppo uscente Antonio Biancu. In ogni caso, conferma Cabras, «nella coalizione, l'area riformista ci sarà».
GLI ALLEATI A proposito di coalizione: Soru è insolitamente prodigo di riferimenti ai partiti. Quando gli interventi d'aperitivo della serata (il pastore, l'insegnante, l'operaio...) citano lui come fosse poco meno di un re taumaturgo, il governatore-presentatore si premura di stemperare il culto della personalità avvertendo che «quando dicono Soru, dicono tutto il centrosinistra». E poi, come primo concetto del suo discorso, parla di «una fortissima, ritrovata unità della coalizione». Nomina tutti i partiti alleati, cosa inedita per lui. E aggiunge: «Ancora mancano i socialisti, ma spero che vogliano partecipare». In realtà meditano di correre soli: ma alla Fiera, in prima fila, c'è l'ex sottosegretario Emidio Casula, nome di spicco della parte del Ps che vuole l'accordo.
IL RINNOVAMENTO Generoso con gli alleati, il leader, ma pronto a mettere in chiaro che «la politica è servizio per gli altri, non una professione». Preludio a una forte insistenza per «il rinnovamento della classe politica». Anzi, dell'intera classe dirigente sarda. Soru propone una svolta generazionale: «Per sconfiggere la crisi e la povertà abbiamo bisogno di questi giovani che avete sentito prima di me».
È il modo per ritornare sull'istruzione e la conoscenza, refrain degli ultimi cinque anni. Per buona parte, l'ora di parole soriane si concentra sulle cose fatte: molte riguardano sociale e sanità («venivano assistite a casa 3mila persone non autosufficienti, ora sono 20mila»), con l'assessore Nerina Dirindin pluricitata - anche dai relatori del sottoclou - e pluriapplaudita. Altre rivendicazioni riguardano la pubblica amministrazione, con i tagli degli enti, dei dirigenti della Regione, persino del parco auto regionale: passato da 745 mezzi a 40.
L'ORGOGLIO Domina lo spirito identitario : per esempio Soru sottolinea che ci sono ora più prodotti sardi a marchio tutelato, «oggi nessuno fuori dall'Isola può mettere del vino rosso in una bottiglia e scriverci sopra cannonau ».
Soprattutto, «la Sardegna non è andata in giro col cappello in mano, è andata a pretendere»: e così si vira sulla vertenza entrate e i rapporti col Governo. Dal quale «non vogliamo pacche sulle spalle. Poca confidenza», scherza (ma non tanto) Soru, «ci prendiamo le nostre responsabilità ma lo Stato ci rispetti. Diciamo: dateci competenze sui trasporti, ma toglieteci di mezzo la Tirrenia, ci pensiamo noi».
Ecco: la diffidenza è la risposta a chi, da Roma o da Arcore, dice «ci penserò io». Vecchia tentazione, ammette il governatore, cercare «un colonizzatore forte ed essere servi con lui, purché ci aiuti. Il senso di questa sfida elettorale è appunto: la Sardegna si fida di se stessa, o si affida ad altri per il suo sviluppo?».
IL PROGRAMMA Con tanta insistenza sui cardini emotivi del messaggio, resta poco spazio per i lati strettamente programmatici. Che per altro, precisa Soru, saranno pronti tra qualche giorno, grazie ai contributi dei partiti e anche dei cittadini (sul sito renatosoru.it ).
Però, anticipa, serviranno altri sforzi sugli ammortizzatori sociali anti-crisi. Bisognerà investire perché l'ambiente produca anche lavoro. E rendere più efficienti e meno costose la pubblica amministrazione e la politica. «Occorrerà pensare al ruolo delle Province»: forse anche da ridurre nel numero. Certo saranno tagliati i consiglieri regionali: «Con l'attuale legge possono diventare 90 o 100, io propongo di fare subito, il mese dopo le elezioni, una legge che ponga un tetto chiaro e insuperabile». E in ogni caso «tutti dobbiamo dare un segnale chiaro di fronte alla crisi: anche col taglio degli stipendi dei politici».
Da qui al 15 febbraio si aggiungerà qualche proposta specifica, ma gli assi su cui punta Renato Soru per la riconferma sono già sul tavolo. Ora restano davanti poche settimane di campagna elettorale: arriveranno anche i big, ed è pronto a venire più volte in Sardegna anche Walter Veltroni. Ma pare che il presidente preferisca un numero contenuto di visite del segretario nazionale del Pd, per marcare la differenza con Berlusconi e il centrodestra. È possibile che Soru aggredisca il tour nell'Isola partendo dalla Gallura, terra a lui non troppo favorevole. E in quel caso, il primo appuntamento sarà simbolico: La Maddalena.
GIUSEPPE MELONI

07/01/2009