Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Archivio diocesano, il direttore lascia: «Basta, la burocrazia mi ha logorato»

Fonte: L'Unione Sarda
3 aprile 2014


Monsignor Tonino Cabizzosu si dimette dall'incarico, andrà a fare il parroco di Ardara
 

Ha sbattuto la porta secondo il suo stile (dunque, l'ha semplicemente chiusa) e torna a fare il parroco: ad Ardara. Il direttore dell'Archivio storico della Curia, monsignor Tonino Cabizzosu, dopo vent'anni lascia l'incarico: «Sono stanco di fare salti mortali. Le istituzioni, a parte il Comune che però ha ridotto i fondi, non contribuiscono a mantenere questo patrimonio della Sardegna. La burocrazia mi ha logorato».
RECORD DI VISITATORI Nella sede in via Monsignor Cogoni si registrano «quasi 6 mila visitatori l'anno, 1.400 solo nei primi due mesi e mezzo del 2014, ma al di fuori di Curia e Comune nessuno sembra accorgersene». Il suo vescovo, (dipende da quello di Ozieri) l'ha nominato parroco ad Ardara e don Cabizzosu («lasci stare il monsignore: don va più che bene») ne è felice: «Ho 64 anni, posso ancora prendere in mano una parrocchia e svolgere la mia missione». L'ingresso ad Ardara è previsto per la domenica delle Palme (il 13 aprile), ma fino a tutto giugno don Cabizzosu farà il pendolare: «Da sempre, la mia casa è la Carlo Felice». Il vai e vieni proseguirà anche dopo, a dire il vero: continuerà a essere ordinario di Storia della Chiesa nella Pontificia facoltà teologica in via Sanjust e a insegnare nell'Istituto di scienze religiose, che forma i laici e gli insegnanti di religione: «Sommati questi impegni a quelli parrocchiali, non mi è rimasto che chiedere all'arcivescovo di trovare un nuovo direttore e monsignor Arrigo Miglio ha compreso la situazione e mi ha ascoltato: gliene sono grato».
IL SUCCESSORE Il nome del successore di don Cabizzosu ancora non c'è: in Curia non c'è fretta, considerato che sino a fine giugno il direttore resterà in carica. Per lui, ogni documento è come un figlio: «È un archivio conosciuto in ambito nazionale, con un patrimonio unico che parte dalle carte in volgare del 1130. La Curia», aggiunge don Cabizzosu, «mette a disposizione questo tesoro storico che è un gioiello, una sede moderna e bellissima, inoltre integra il contributo che il Comune ha ridotto da 20 a 18 mila euro annui, ma ancora non basta. Abbiamo inventariato il settanta per cento del materiale, tra pochi giorni vanno in stampa 3.400 pagine suddivise in sette volumi dell'inventario». La voce del direttore si fa seria: «Dovrebbe essere compito della società e delle istituzioni, far funzionare questo istituto. Dopo vent'anni spesi a bussare inutilmente a tutte le porte, ora sono logoro».
Luigi Almiento