Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il piano strategico? È scomparso

Fonte: La Nuova Sardegna
7 gennaio 2009

MERCOLEDÌ, 07 GENNAIO 2009

Pagina 1 - Cagliari



L’opposizione comunale: «È tutto fermo da tredici mesi anche se il sindaco ne ha parlato durante il saluto di fine anno, un fatto veramente scandaloso»



Dopo un inizio in grande stile il lavoro si è arenato quando occorreva fare scelte operative

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Si era parlato di «riprogettare Cagliari» e di «programmazione partecipata»: per tracciare le linee della città del futuro. Il «Piano strategico» voleva essere questo e di più: un modo per fermarsi a riflettere su quello che era stato realizzato in città e l’occasione per iniziare un nuovo percorso di crescita assieme a tutta l’area. Poi tutto si è fermato. E oggi il sito del piano strategico nemmeno si riesce ad aprirlo: sembra desasparecido. «È da almeno tredici mesi che è tutto fermo», sottolinea Ninni Depau, capo gruppo in consiglio comunale del Pd. «Io ho chiesto inutilmente un dibattito in aula», informa Massimo Zedda (Sinistra democratica).
Il «Piano strategico» è previsto dalle nuove norme nazionali e il Comune ha avuto a disposione quasi un milione di euro per realizzarlo. Poi c’è stato il coinvolgimento dei vari settori della società civile (dall’industria al commercio, dalla cultura all’associazionismo) e l’avvio di sei tavoli tematici con la collaborazione di specialisti e forze sociali. «Alla fine, però, al momento di prendere le decisioni politiche - continua Depau - tutto è come scomparso».
Secondo Radhouan Ben Amara (Comunisti italiani) «il problema è che la giunta è bloccata da quasi due anni: prima perchè il sindaco Emilio Floris voleva candidarsi alla presidenza della Regione, poi per il referendum sulle coste, dopo per i dissidi interni alla sua maggioranza sino alla finta delle dimissioni. Ora Silvio Berlusconi ha scelto Ugo Cappellacci, l’assessore comunale alle Finanze, come competitore che si confronterà con Renato Soru per la poltrona di governatore della Sardegna. A questo punto spero che il primo cittadino inizi a lavorare con maggiore impegno per la città. Anche se, va detto, che gran parte dei componenti della sua Giunta è candidata per le elezioni regionali».
Il «Piano strategico», per come era partito, aveva dato l’impressione di una rivoluzione nel modo di operare: per il coinvolgimento delle forze sociali e per l’ampiezza delle tematiche e delle interrelazioni territoriali. La prima parte del lavoro aveva coinvolto nei tavoli tematici un numero considerevole di attori sociali e impostato una riflessione sull’importanza della governance del territorio. Inoltre erano stati affrontati diversi temi: il processo di internazionalizzazione della città e la valorizzazione del fronte del mare (dalle modifiche del porto storico al porto canale), il ruolo chiave dell’innovazione tecnologica e della ricerca per tutta l’area (anche per attrarre investimenti col coinvolgimento dell’università e di Sardegna ricerche), la valorizzazione degli elementi culturali del territorio visti come fattori di competitività (dalle ricchezze ambientali a quelle archeologiche), la formazione delle risorse umane e la diffusione delle conoscenze (dalla scuola al sindacato, sino al volontariato), e le dinamiche sovracomunali indispensabili per governare un’area vasta come Cagliari (dai trasporti alle questioni idriche).
Un programma che era stato anche tradotto in indicazioni e suggerimenti che l’amministrazione di Cagliari, assieme agli altri Comuni dell’area (Assemini, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Pula, Quartu, Quartucciu, Sarroch, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai e Villa San Pietro) avrebbe dovuto tradurre in atti operativi: in scelte iniziali, primi tasselli, in grado di prefigurare vasti cambiamenti futuri. Una nuova strategia di crescita territoriale.
«Ora siamo da oltre un anno che non sappiamo più niente - sottolinea Zedda - per questo ho chiesto che venisse fatto conoscere al Consiglio l’iter e i documenti che sono stati prodotti dai lavori del “Piano”. Ma non mi è stata data alcuna risposta. E così tutti noi siamo tenuti all’oscuro». Ma in «tutta questa vicenda - precisa Depau - uno dei fatti più scandalosi è che il sindaco Floris, nel saluto di fine anno, ha ripreso il piano trategico. Ma si è dimenticato di dire che è fermo da almeno tredici mesi. Il consiglio comunale non è mai stato coinvolto adeguatamente, poi è come se tutto si fosse spento».