Rassegna Stampa

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Stefano Schirru (Fi): "Per battere Zedda stop a potentati e lobby"

Fonte: web Castedduonline.it
31 marzo 2014

 


Intervista al consigliere comunale di Forza Italia: "Molti cagliaritani si sono illusi che un sindaco giovane potesse rinnovare la città e la classe politica. Ora dobbiamo puntare su un vero risanamento urbanistico della città"


Autore: Federica Lai il 30/03/2014 12:26

 

 

Stefano Schirru, sono trascorsi quasi tre anni di Giunta Zedda: in cosa ha sbagliato e quali risposte non ha dato alla città? E quale settore, se c'è, secondo lei sta funzionando?

Non mi piace fare l’oppositore per posizioni precostituite. A Massimo Zedda io rimprovero una sola cosa: quella di aver tradito la sua età. Anche noi che ci siamo opposti alla sua elezione e che abbiamo sostenuto una diversa prospettiva politica, in fondo, speravamo che i suoi 35 anni fossero carichi di entusiasmo, di innovazioni, di forza politica, di energia creatrice. Abbiamo sperato, io per primo, che un ragazzo comprendesse i problemi dei ragazzi. Che un giovane si ponesse in linea con i linguaggi dei giovani di Berlino, Londra, Miami. Abbiamo sperato di poter rinnovare la classe dirigente. Invece mi è sembrato di sentir risuonare le note della famosa canzone: “Come prima, più di primaaaaa….” Non solo non è cambiato nulla, ma, peggio, quello che è successo è che viviamo con lo sconforto di aver perso un altro treno, un’altra opportunità. Tutto il resto io non lo commento perché i cagliaritani hanno occhi ed orecchie per vedere una città semplicemente abbandonata ad un destino di perifericità, di provincialità, di grigiore intellettuale e culturale. Una città spenta, intristita, depressa. Quale settore sta funzionando? La fabbrica delle scartoffie e la manifattura degli impedimenti. Quelli funzionano come se fossimo a Zurigo.

 

In vista delle elezioni comunali nel 2016, anche lei propone delle primarie per scegliere il leader del centrodestra cagliaritano? Lei è un possibile candidato che potrebbe contrastare o sosterrà qualcun'altro? Se sì chi?

Io non propongo niente di definito: io chiedo democraticità. Chiedo che siano i cittadini e i militanti delle varie forze politiche a scegliere il loro candidato. Come? Non mi importa. Che siano primarie (vere però), che siano i congressi dei partiti che danno vita ad una coalizione, che sia anche un sorteggio ai bussolotti, ma non che si ripeta ancora, a destra come a sinistra, lo schema delle oligarchie di controllo, dei circoli ristretti, delle lobby e dei potentati. Io sono libero e  mi fanno orrore le servitù. Io sono, come si diceva qualche anno fa, a disposizione del partito. Se decideremo, insieme e democraticamente, un candidato comune lo sosterrò fino allo stremo. Se qualcuno pensa di poter contare su me e i miei amici per proseguire logiche spartitorie di potenti e ricche famiglie di Cagliari, ha davvero sbagliato i conti.

Dopo la sconfitta alle regionali, come credete di convincere i cagliaritani a votarvi per riportare Cagliari sotto la guida del centrodestra?

In primo luogo, io non credo che siamo stati sconfitti alle regionali. Le liste di centrodestra hanno preso più voti di quelle di centrosinistra, ed è un fatto. Poi noi abbiamo sbagliato, ed è la terza volta che la nostra dirigenza ripropone lo stesso schema di errore, nella gestione dei rapporti tra le diverse sensibilità politiche dell’area liberale. Un errore grave, gravissimo per il quale attendo ancora di vedere rotolare le teste che lo hanno pensato, coltivato, commesso. I cagliaritani non vanno convinti: vanno coinvolti in un grande progetto di rinascita, di bellezza, di umanità. Credo in un’amministrazione umanista, che recuperi il valore delle persone e le integri in un progetto di condivisione. Non è più il tempo dello schema: io comando e tu ti affidi. E’ una nuova epoca: si progetta insieme, si realizza insieme. Su un progetto di questo genere, i Cagliaritani saranno maggioritari.

 

Infine, almeno un grande progetto che proporrebbe per migliorare Cagliari.

Tra i tanti che coltivo, lei me ne chiede uno. Scelgo il progetto del risanamento urbanistico: un immenso restauro dell’esistente, un nuovo disegno per la città del futuro: non più palazzi cadenti, non più case e locali vuoti, non più Cagliari trasformata in un immenso parcheggio, ma una città sul mare, nel mare, per il mare per attrarre i viaggiatori di tutta Europa. Io ci scommetto.