CONSIGLIO. In ritardo la presentazione del patrimonio immobiliare
Petrucci: grande richiesta per 128 sedi comunali
La scadenza era il 22 dicembre 2013. Entro quella data otto dirigenti dei servizi comunali avrebbero dovuto fornire al Collegio dei revisori di palazzo Bacaredda la mappa del patrimonio immobiliare cittadino. Per due buone ragioni. "Abbiamo un mondo associativo che preme per avere spazi e luoghi dove poter svolgere attività sociale. La mia domanda è: questi spazi ci sono o no? E se ci sono cosa si aspetta a metterli a disposizione di chi ne ha bisogno?". Filippo Petrucci, presidente della commissione Affari generali e consigliere di "Meglio di prima non ci basta!", ha pochi dubbi al riguardo: "Gli spazi ci sono. Bisogna soltanto capire se siano agibili o meno". Aspetto rilevante, l'agibilità: "Da quella condizione dipenderà l'uso che di un immobile comunale si potrà fare".
LA RICERCA Ma Petrucci un censimento l'ha fatto, così come fece nel 2007 l'allora assessore al Patrimonio Gianni Chessa. "Abbiamo 128 locali tra commerciali, appartamenti, case non di edilizia Erp, più le sedi delle vecchie circoscrizioni". Il problema: "Non riusciamo a capire quali locali possiamo mettere a disposizione dei richiedenti".
LA MOZIONE In un recente intervento in Consiglio sullo stato del patrimonio immobiliare, Petrucci ha ricordato il contenuto di una mozione del luglio 2012 sul censimento dei locali e anche allora il Comune aveva previsto sei mesi di tempo per concludere la ricognizione. I punti su cui tutti in Aula si trovarono d'accordo erano diversi: spesso le nuove costruzioni non vengono occupate né per lavoro né per residenze "con la conseguenza", si chiarì nella mozione, "di nuovi volumi che occupano inutilmente spazi". Molti edifici sono abbandonati e fatiscenti e la "frenesia edificatoria" adottata da diverse amministrazioni ha portato a costruire "indipendentemente dalle reali necessità e bisogni della comunità". Il punto centrale: c'è sempre più necessità di edilizia sociale pubblica e molti edifici vuoti potrebbero essere destinati a questo scopo. Nella mozione anche l'autocritica: "Gli edifici vuoti sono sinonimo di mancanza di corretta pianificazione e quelli fatiscenti sono indice di un territorio mal gestito". La missione: riqualificare l'esistente e recuperare gli edifici vuoti.
L'ATTESA La commissione in questi mesi ha atteso inutilmente l'esito della ricognizione. Il 22 ottobre scorso il Collegio dei revisori ha sentito il dovere di inviare una lettera ai dirigenti Francesca Brundu (Patrimonio), Ersilia Tuveri (Politiche sociali), Giambattista Marotto (Pubblica istruzione), Antonella Delle Donne (Attività produttive), Claudio Maria Papoff (Verde pubblico), Serenella Piras (Affari generali), Claudio D'Aprile (Informatica) e Cristina Mancini (direttore generale) e chiedere entro due mesi una serie di documenti. I più importanti: numero e tipologia degli immobili gestiti dai diversi servizi, "distinti tra immobili a uso abitativo e immobili per uso commerciale, artigianale, sportivo e culturale". Poi i casi di morosità, le occupazioni senza contratto o senza titolo "nonché, in caso di mancanza di titolo il canone che l'occupante avrebbe dovuto pagare".
CANONE L'interesse dei revisori riguarda il canone di locazione. Questi sono "in linea con quelli di mercato" e sono stati "incrementati in base all'andamento dell'indice Istat" come previsto per legge? Petrucci ha verificato che "ci sono canoni in linea con il mercato, altri invece no". C'è chi "non paga nulla o quasi" e inquilini di "locali di pregio che non pagano adeguatamente". Lo scenario: "Se non si mette rimedio si determinerà una concorrenza sleale".
Pietro Picciau