POETTO. Passo in avanti per le concessioni sulla spiaggia
La polemica ha tenuto banco per mesi: i proprietari che, fra la scadenza di un'autorizzazione e l'ottenimento di un'altra, dovevano smontare, chiedere permessi vari e rimontare i baretti del Poetto. Una pratica che costava tempo, denaro e danni all'ambiente. Tutto questo, a quanto pare, non ci sarà più. Nel testo del ddl approvato ieri in commissione Bilancio del Senato in sede deliberante, c'è infatti anche una norma “salva-baretti”, strutture che vengono considerate manufatti amovibili e che quindi possono rimanere installati «nelle more del procedimento di revisione del quadro normativo in materia di rilascio delle concessioni di beni demaniali marittimi, lacuali e fluviali con finalità turistico-ricreative e sportive».
IL TESTO Un altro passo avanti, dunque, per salvare le concessioni dei chioschi sulla spiaggia del Poetto. L'articolo della legge riguarda, in particolare, i chioschi della spiaggia cagliaritana del lungomare dei centomila ma anche quelli di altri litorali sardi che sono oggetto di revisione. Se realizzati «legittimamente e in conformità alla concessione», i titolari potranno mantenere in piedi le strutture e i servizi «fino alla scadenza della concessione stessa, senza necessità di nuova istanza, assicurando il pagamento dei relativi canoni concessori dovuti ai sensi delle vigenti disposizioni normative».
MENO DISAGI A chiarire ulteriormente ci pensa Luciano Uras, senatore di Sel e rappresentante della commissione Bilancio: «In pratica non sarà più obbligatorio non solo montare e smontare i manufatti, ma neanche fare istanza per mantenerli in piedi». Uno snellimento delle pratiche burocratiche non indifferente: «I baretti sono spesso gestiti da famiglie, il fatto di dover togliere e rimettere le strutture creava non solo un problema economico, ma anche burocratico e di “stress” all'ambiente», dice ancora Uras.
Ovviamente, una volta approvato il Pul, le cose cambieranno: «In caso di una pianificazione generale, le concessioni rimarranno in piedi comunque fino al 2020, ma i titolari dovranno rispettare le norme previste». Se ci sarà da spostare il manufatto in un altro punto, insomma, dovranno farlo. Questa volta in modo definitivo. (p.c.c.)