Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sì, sono un operaio dello spettacolo»

Fonte: L'Unione Sarda
31 dicembre 2008

Musica. A ruota libera col cantante che il 3 approderà a Sassari, il 4 e il 5 a Cagliari

Massimo Ranieri: il debutto nell'Isola, le donne, la nostalgia

Collaudato da un bel po' di date e da caldissimi riscontri, approda nuovamente in Sardegna lo spettacolo di Massimo Ranieri “Canto perché non so nuotare…da 40 anni”, in cui mister Rose rosse canta, balla e recita percorrendo in lungo e in largo la sua carriera ma non solo. «Oltre ai cavalli di battaglia del mio repertorio e ad alcuni classici della canzone napoletana come Mare chiaro, Reginella, Te voglio bene assaje , trovano spazio brani di Aznavour, Paoli, Tenco, Bindi, Battiato, Endrigo», dice il super popolare Ranieri, che il 3 gennaio salirà sul palco del Verdi di Sassari e il 4 e 5 su quello del Lirico di Cagliari per un mini tour nell'Isola curato da Sardegna Concerti, affrontato, come i precedenti, in compagnia di un piccolo esercito tutto al femminile che annovera orchestra e corpo di ballo. «Del resto, le donne nella mia vita hanno sempre avuto un'importanza enorme, e anche questo spettacolo ne è una testimonianza», prosegue l'eterno ragazzo della musica italiana.
Nel 2009 il decennale della morte di Fabrizio De André: in questo nuovo giro di spettacoli ci sarà qualche brano di Faber ?
«No. Lo spettacolo continua a marciare così come è stato ideato, però per quanto riguarda Fabrizio, insieme ad altri cantanti dovrei partecipare a un lavoro discografico dedicato a questo grande poeta».
Nell'album “Fleurs 2” Franco Battiato ha rivolto lo sguardo al passato, ad anni in cui “la musica leggera era primitiva e piena di gioia di vivere, ora non è più così”. È d'accordo?
«Franco ha ragione. Tante belle cose che si scrivevano un tempo ora non le ritroviamo più. Anche il modo con cui si scrivono canzoni è cambiato. Un tempo c'era verità, passione e anche sofferenza. Un tempo si scrivevano canzoni utilizzando la chitarra o il pianoforte, annotando note e parole su fogli di carta o sui polsini delle camicie. Oggi il ricorso al computer ha stravolto tutto, tanti giovani scrivono in maniera distaccata. Non c'è più un contatto con quegli oggetti, quei “mezzi”, che per noi avevano un gran significato. Ma la differenza principale tra i cantanti della mia generazione e quelle odierne penso stia anche nella formazione. Oggi non c'è più la gavetta, o se c'è, se ne fa poca».
Già, con la televisione o con un potente ufficio stampa alle spalle, oggi è tutto più facile: si bruciano le tappe. Che pensa dei giovani divi lanciati da programmi televisivi nazional-popolari di successo? Conosce il nostro Marco Carta?
«So chi è, anche se poi non l'ho mai sentito cantare. Un tempo si diceva: “Cosa pensi di questo ragazzo che sta facendo tante serate?”. Oggi la televisione indirizza gli ascolti, influenzando enormemente i gusti del pubblico».
Alla Sardegna la legano alcuni ricordi importanti…
«Il mio debutto di cantante è avvenuto in questa terra, 45 anni fa, durante un carnevale festeggiato in un albergo di Tempio Pausania. Il primo concerto è come il primo amore: non lo scordi mai. Poi c'è un ricordo del periodo del servizio militare: un mio commilitone, simpaticissimo, era di Perdasdefogu. Chissà che fine avrà fatto, mi piacerebbe rincontrarlo. E tra i più recenti, quello legato alla profonda amicizia con Andrea Parodi, durata purtroppo poco tempo».
Quando uscirà un nuovo disco?
«Spero entro la fine del 2009. Ci sto lavorando da un pezzo. Sarà un lavoro dedicato alla canzone napoletana, con melodie famosissime e qualche brano decisamente meno conosciuto, risalente al '500 e al '600. Al mio fianco ci sarò Mauro Pagani».
Dopo il film “Pulcinella”, diretto da Maurizio Scaparro, l'attendono altri impegni in campo cinematografico?
« Pulcinella parteciperà al Festival del cinema che si tiene a Los Angeles. In marzo sarò nel cast di un film di Cito Maselli».
Da poco Enzo Jannacci ha dichiarato: “Se oggi Gesù tornasse sulla Terra, prenderebbe tutti a sberle”.
«Affermazione divertente quanto vera».
Massimo Ranieri come definirebbe se stesso?
«Rubando una frase a Totò: un operaio dello spettacolo».
CARLO ARGIOLAS

31/12/2008