Libri: “Attorno al pallone” dell'ex senatore Delogu
L o sguardo più severo e allo stesso più accondiscendente verso i padri è di quei figli capaci in questo ondeggiare della visione più equilibrata. Ecco perché abbiamo chiesto allo scrittore Roberto Delogu di raccontarci il libro “Attorno al pallone” (Palabanda Edizioni, 11 euro, 100 pagine) e il suo autore, il padre Mariano, avvocato, già senatore, ex sindaco ma soprattutto ex presidente del Cagliari Calcio dal '76 al '81.
Fare il figlio del sindaco della mia città è stato un impegno ricco di soddisfazioni riflesse, ma anche molto complicato. Forse non tutti sanno che la fiera ma incolpevole prole del primo cittadino è sistematicamente fatta bersaglio delle richieste più strampalate della cittadinanza, da quello che ha una pozzanghera sotto casa a quell'altro che aspira a fare l'alter ego durante la festa di Sant'Efisio. Il difficile è respingere ferru ferru le istanze senza troncare amicizie decennali o, semplicemente, senza risultare antipatico o altezzoso.
Comunque, niente a che vedere con la fatica di fare il figlio del presidente della squadra di calcio della propria città. Una ventina d'anni prima di entrare in politica, ma dopo aver fatto il dirigente e l'amministratore delegato del Cagliari dello scudetto, papà aveva ricoperto la carica di presidente. Era la seconda metà degli anni '70, quelli di Corti, Lamagni, Longobucco, Casagrande, Canestrari, Brugnera, Bellini, Quagliozzi, Selvaggi, Marchetti, Piras. Ma anche di Virdis.
Già, Virdis. Prima media, primo giorno di scuola dai salesiani che ai tempi riservavano la sezione A ai figli di papà e relegavano nella B i seminaristi, i saveriani e i delinquentelli. Quell'anno nella B c'ero anche io, incensurato, aspirante laico, ma, a posteriori, molto fiero di aver fatto parte di quella classe così eterogenea. Ricreazione, mi si avvicina il più brutto e mi fa: "sei tu il figlio di Mariano Delogu ?" - "Sì" - "quello che ha venduto Virdis ?" - "vabbè, ma ha comprato Villa e Magherini !" - "brutto bastardo" e mi spara un cazzotto in faccia. Iniziamo bene, pensai, e via con la prima rissa. Quell'anno, quando incontrai Virdis nello spogliatoio del Sant'Elia con la maglia della Juventus, risposi con poco entusiasmo ai suoi saluti affettuosi. Ma avevo le mie buone ragioni.
Il libro “Attorno al pallone” raccoglie alcune storie del Cagliari di quegli anni raccontate da chi le ha vissute in prima persona, rievocando le grandi gesta di Gigi Riva, ma anche quelle meno gloriose di chi non è entrato a far parte della storia dello sport, ma soltanto della nostra vita di tifosi cagliaritani, condizionando l'umore delle nostre domeniche e spesso anche dei nostri lunedì.
A dire il vero, a casa nostra, il termometro dell'umore seguiva la posizione di classifica del Cagliari per tutto l'anno. Una domenica mattina mio fratello Massimo regalò a nostro padre un quadrifoglio trovato nel giardino e papà lo tenne per tutto il campionato nel portafogli nonostante fosse profondamente superstizioso e quel giorno il Cagliari avesse perso cinque a zero col Napoli. La stessa notte risposi a una telefonata proprio mentre i tifosi stavano provando a sfondare il cancello di casa. L'interlocutore prima si accertò della mia identità e poi mi disse che ero un figlio di p…. Io, che avevo al più una decina d'anni, chiesi a mia sorella Nicoletta istruzioni sul da farsi: «Digli ciao mamma e chiudi». E così feci.
E quindi non è un caso che la domenica pomeriggio quando mi spalmo sul divano col telecomando in mano, ogni tanto salto sul canale che dà la partita del Cagliari e mi guardo affettuosamente papà con la sua sciarpa, seduto a fianco del presidente Cellino che tira lacrime . Sappiano i figli di Cellino che sono loro vicino.
Se tu gli chiedi qual è la cosa più divertente che ha fatto in vita sua, papà ti risponde in maniera sempre diversa. A seconda del giorno dice l'avvocato, il sindaco, il presidente del Cagliari, qualche volta anche il giornalista. Il senatore mai. Ma se gli chiedi qual è la materia nella quale si ritiene più competente, risponde sempre nella stessa maniera. Ridacchia e dice «io me ne intendo di calcio».
Roberto Delogu