MOSTRE. Il pittore sassarese per la prima volta a Cagliari: le sue opere all'Exmà fino al 30
P ensieri quieti abitano la fronte delle donne di Angelo Maggi. Protetti dalle calde ombre della sera li si possono leggere: raccontano di amori, risvegli, piccole battaglie, sottili delusioni, speranze, viaggi in mondi lontanissimi, alle porte di Atlantide. E quotidianità del saper fare . Occhi appena socchiusi che hanno già guardato oltre e che ora, tranquilli, ripensano. “Magia domina” nel senso di incanto, ma anche “mea domina”, mia signora, omaggio senza riserve alla bellezza della donna, per la prima mostra cagliaritana del pittore sassarese, curata da Susanna Marongiu Basile, e allestita all'Exmà fino al 30 marzo.
Una trentina di tele, per lo più di grandi dimensioni, in cui trionfano i visi d'avorio delle madonne di Maggi, in contrasto con il candore delle pareti. Indiscusse protagoniste, soltanto in apparenza silenziose e immobili. Se le si guarda con attenzione si capisce che sono appena tornate da qualche luogo, magari solo dell'anima. Basta osservare il fascio di capelli che diventa lavanda in “Improvvisamente la natura”, dove cavallette, mantidi e api consumano piccoli, indicibili drammi. Oppure progettano il futuro, come Mimmia che porta in dote una cornucopia di peperoncini o la donna di “Domani mi sposo”, sulle cui labbra c'è il fiore d'arancio.
«Dentro queste donne ci sono i miei pensieri - racconta Angelo Maggi - sogni, intimità. I loro occhi segnati da una linea sottile lasciano vedere ciò che abbiamo interiorizzato». Spesso provenienti da immaginarie abitazioni medioevali, le donne di “Magia domina” sono invece orgogliosamente sarde. Lo dice l'orecchino con il pendente di corallo. Lo dicono le colorate cuffiette di Desulo. Lo dicono ancora pani, casadinas, agnelli e copulette messi a corona del volto incorniciato da un fazzoletto.
Oli su tela, invecchiati con una muffa, ma anche legni «a riprova che tutto si può animare con la pittura», dove le donne dolcemente malinconiche di Maggi, ma così vive e carnose come la frutta che le accompagna, fanno i conti con il degrado quotidiano. Tre pannelli si discostano appena dal filo principale. «Ma c'è sempre la voglia di rifiorire - avverte l'artista. Sono insieme denuncia di ciò che viene maltrattato e segno di chi, in bizzarra misura, ha partecipato all'opera d'arte». “Magia domina”, incantesimo femminile che si rompe, grazie a un ex voto (vero e bellissimo), appeso al collo e adagiato tra i seni scoperti di una domina senza volto. Ringraziamento alla vita.
Caterina Pinna