Il sindaco di Cabras Carrus: «Questo è un giorno che aspettavamo da decenni»
Barracciu e Firino parlano di beni culturali come fattore di crescita economica
di Claudio Zoccheddu w
CABRAS
I guerrieri di Mont’e Prama sono tornati. E hanno fatto subito il tutto esaurito. A salutare il ritorno delle statue c’erano un migliaio di curiosi che hanno affollato il piazzale del museo sin dai primi momenti della cerimonia d’inaugurazione della mostra temporanea. Molti altri, invece, se la sono presa con calma e sono arrivati quando i discorsi della autorità erano terminati da un pezzo. Il risultato è stato una fila lunghissima e ordinata che è durata fino a notte inoltrata. La voglia di ammirare le sculture in arenaria era davvero tanta, una curiosità lievitata esponenzialmente durante un’attesa lunga quattro decenni che, negli ultimi anni è diventata addirittura spasmodica. Per questo motivo, pochi hanno resistito alla tentazione di posare gli occhi addosso a “Efis”, il guerriero più affascinate e anche quello meglio conservato. La vera star della giornata è stata proprio il pugilatore nuragico, una scultura tanto imponente da catalizzare l’attenzione di tutti. Qualcuno, come il sottosegretario ai Beni culturali, Francesca Barracciu, è addirittura trasalito davanti allo sguardo magnetico di Efis. Che fosse una giornata piena d’emozioni, poi, lo si era capito sin dai primi momenti della cerimonia d’inaugurazione. Il primo a parlare è stato il sindaco, Cristiano Carrus: «Attendevamo questo momento da anni ha detto–. Ora ci siamo e ci siamo tutti». Subito dopo, il microfono è passato nelle mani di Claudia Firino, l’assessore regionale alla Cultura la cui prima uscita ufficiale è coincisa con la presentazione della mostra sui giganti di Mont’e Prama. Di mattina a Cagliari e di sera a Cabras, dove è arrivata in compagnia del sindaco del capoluogo, Massimo Zedda. L’emozione, per un attimo, ha tradito anche il neo assessore: «Non potevo scegliere un’occasione migliore per iniziare il mio lavoro–, ha detto con un filo di voce,– le sculture di Mont’e Prama sono un simbolo internazionale dalla Sardegna e come tali devono essere trattate». La ricetta di Claudia Firino è semplice: «Il mio assessorato collaborerà con quello al Turismo per allestire una rete dei beni culturali associata agli itinerari turistici. A dire il vero abbiamo già qualche idea ma è ancora troppo presto per parlarne ». Il valzer degli interventi è stato chiuso da Francesca Barracciu, che ha illustrato un’idea molto simile a quella della Firino ma, ovviamente, rapportata su scala nazionale: «Aver accorpato il ministero della Cultura con quello del Turismo ci può consentire un rapido sviluppo e un grosso vantaggio competitivo. Il patrimonio culturale è una ricchezza che in Sardegna è rappresentata anche da giganti di Mont’e Prama e che deve essere messa a sistema con un turismo in grado di abbandonare i sei punti percentuale del Pil che oggi rappresenta». Il ministero, quindi, seguirà da vicino la vicenda dei giganti. Una prossimità e un’attenzione che probabilmente faranno piacere anche al contadino che, 40 anni fa, ha estratto il primo gigante dalle terre di Mont’e Prama. Battista Meli, però, ieri non era davanti al museo a ricevere il ringraziamento del sindaco e di tutta la comunità. Non c’era nemmeno il suo amico Sisinnio Poddi. A rappresentare la comunità contadina a cui è stato attribuito il merito di una scoperta epocale c’erano altri quattro agricoltori che hanno assistito da molto vicino alle fasi immediatamente successive al ritrovamento. Giandomenico Brundu, Pinuccio Cabitza, Peppino Piras e Pinuccio Trogu sono stati salutati da un applauso che la laguna attendeva da 40 anni e che, forse, terminerà solo quando i giganti ritorneranno tutti in laguna: «Al massimo tra tre anni, quando sarà completata la nuova ala del museo», ha assicurato il sindaco. Nel frattempo, Cabras si è messa in fila per ammirare i suoi giganti. Una fila destinata a essere replicata anche oggi. Infatti, in occasione della giornata del Fai, saranno gli studenti delle terze medie cabraresi a guidare i visitatori alla scoperta del mistero archeologico più affascinante degli ultimi tempi, quello raccontato dalle sculture di pietra ritornate dal passato che da ieri rappresentano il presente di un’intera comunità.