Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Sul Sant'Elia garanzie ma soprattutto rispetto delle norme»

Fonte: L'Unione Sarda
24 marzo 2014


L'INTERVENTO. La valorizzazione

 

Riceviamo e pubblichiamo
Sulla vicenda stadio Sant'Elia, dopo anni di inutili discussioni, fallimenti, arresti inopinati, siamo ancora al punto di dieci anni fa. L'ultima scena andata in opera è l'arrivo di investitori americani in città che sembrerebbero interessati ad acquisire squadra e stadio ma che, in anticipo, vorrebbero garanzie sulla percorribilità dell'iter.
Nessuno si è chiesto se queste garanzie possano essere offerte nel rispetto delle norme e dei Piani vigenti. Io personalmente ne dubito ma ancor più dubito del fatto che vi sia un visione completa di quanto si potrebbe e dovrebbe fare.
Il Comune di Cagliari con delibera 89 della Giunta del giugno 2013 ha approvato l'elenco delle dismissioni che contiene gran parte degli immobili di proprietà del Comune e tra questi anche lo Stadio Sant'Elia. Non è chiaro se la giunta avesse coscienza della possibilità di utilizzare l'istituto della Concessione di Valorizzazione o se “l'elenco delle dismissioni” sia stato approvato per un mero obbligo di legge. Questo indizio dalla lettura del documento non è comprensibile.
Con umile spirito civico segnalo al cronista e ai lettori alcuni punti di una procedura di valorizzazione e finalmente trasformazione urbanistica dell'area.
“La legge fissa la possibilità di indire bandi pubblici per manifestazioni di interesse che riguardano non solo trasformazioni di singoli edifici ma anche organismi urbanistici strategicamente ubicati”.
Nell'area dello stadio avrebbe un senso, quindi:
- collazionare tutti gli assets immobiliari e urbanistici esistenti;
- redigere uno studio di fattibilità che ne preveda la trasformazione funzionale e se del caso il cambio di destinazione d'uso e urbanistica;
- approvare le necessarie modifiche agli strumenti urbanistici;
- bandire una gara che miri ad attrarre gruppi di investitori di alto livello che possano sviluppare il piano anche eventualmente sub concedendo gli assets del piano.
“Per far ciò il Comune potrebbe promuovere la nascita di una Società di Trasformazione Urbana istituzionale fra Regione (proprietaria delle aree e competente in materia di Demanio, nonché proprietaria di gran parte di Sant'Elia attraverso
Area), Autorità Portuale e Comune Medesimo”.
In alternativa potrebbe coinvolgere dal principio importanti gruppi economici e operatori immobiliari da associare nello sviluppo del Piano.
A mio modesto parere solo attraverso un lavoro ordinato di questo tipo si potrà pervenire a un proficuo risultato per la città e i suoi abitanti.
Antonello Gregorini