Stagione lirica a Cagliari, sul palco con l’attrice le cantanti Claudia Marchi ed Elisabetta Scano
di Gabriele Balloi wCAGLIARI Tre voci femminili: Caterina Murino, Claudia Marchi ed Elisabetta Scano. Per altrettanti autori maschili: Satie, Debussy e Ravel. Ma la simmetria, nell’inconsueto e ricercato programma dell’altro ieri, finisce qui. Per il resto, protagoniste al Comunale sono state in prevalenza donne. Ospite, in veste quasi inedita, ovviamente Murino l’ex modella e affermata attrice cagliaritana, già “Bond girl” nel film «Casinò Royale». Da un decennio residente a Parigi, Murino unisce a televisione e cinema anche il teatro. E non estranea, proprio di recente, ad allestimenti di suggestione greco-antica, può coniugare in sé i due aspetti, ellenico e francese, nelle «Chansons de Bilitis». Del resto, “femminili” all’ennesima potenza sono, difatti, i versi che Pierre Louis attribuì all’inesistente poetessa saffica Bilitis, sua totale invenzione. Debussy li musicò per accompagnare pantomima e voce recitante. Quest’ultima affidata, nel 9° appuntamento con la Stagione del Lirico, proprio a Murino che ne offre una discreta recitazione, affiancata da valido ensemble d’esecutrici, rendenti appieno il clima arcaico ed evocativo: Lisa De Renzio, Maria Grazia Zanini (flauti), Maria Vittoria De Camillo, Tiziana Loi (arpe) e Clorinda Perfetto (celesta). A Murino spetta pure una lettura di Satie, gli umoristici e un po’ enigmatici «Peccadilles importunes» (Peccatucci inopportuni), accompagnata al pianoforte dall’unico musicista maschile del concerto: Daniele Piattelli. A lui l’interpretazione di talune pagine strumentali di Satie: una «Gymnopédie» non troppo convincente; due «Gnossienne» e «Le Piccadilly» già più persuasive. Piattelli è, piuttosto, buon accompagnatore per le due cantanti alternatesi sul palco. Il mezzosoprano Claudia Marchi dalla vocalità guizzante ed espressiva, con robusta risonanza dinamica, sia nella drammaticità sia nelle tinte ironiche, dall’accorato «Je te veux» al surreale «L’omnibus automobile» di Satie, o nelle incantevoli «Histoires naturelles» di Maurice Ravel. Dolce e suadente rimane, come sempre, il soprano Elisabetta Scano, più asciutta e incisiva nel Satie di «Ludions», ma di superbo “legato” e morbidissima emissione vocale nelle «Cinque melodie popolari greche» di Ravel, interpretazione d’indubbio fascino.