SARDEGNA. Studio di Banca di Credito Sardo sul settore delle costruzioni nell'Isola
La proposta: investire su infrastrutture e città intelligenti
Forti ritardi nei pagamenti, burocrazia che strozza le imprese, blocca i progetti e un utilizzo dei fondi comunitari non sempre dei migliori. Sono solo alcune delle cause che hanno determinato, negli ultimi anni, il crollo del settore costruzioni anche nell'Isola. I numeri resi noti da uno studio realizzato da Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno), il centro studi di Banca Intesa SanPaolo, su proposta di Banca di Credito Sardo, dicono che dal 2008 al 2013 si è registrato in Sardegna un calo del 38% del valore aggiunto, con una perdita di 24.000 addetti e una concentrazione delle imprese.
I NUMERI Per un settore che nell'Isola vale circa il 40% del totale degli occupati nell'industria e il 5% del valore aggiunto regionale (1,5 miliardi di euro) si tratta senza dubbio di un calo rilevante da mettere in relazione soprattutto con la diminuzione degli investimenti e l'allungamento dei tempi per realizzare le opere, soprattutto quelle di maggiore peso. Basti pensare che in Sardegna per concludere un investimento infrastrutturale da un centinaio di milioni di euro ci vogliono oltre dieci anni. Troppo, soprattutto se collegato al fatto che si allungano i tempi di pagamento alle imprese: solo il 51% dei Comuni sardi, una percentuale tra le più basse in Italia, ha aderito al recente decreto sblocca debiti. Questa situazione fa diminuire gli investimenti e aumentare le sofferenze, posto che il 28% degli impieghi bancari in Sardegna è destinato proprio all'edilizia (le sofferenze sono pari al 33%).
LE OPPORTUNITÀ Eppure questo settore è strategico per uscire dalla crisi. «Basti pensare», spiega Pierluigi Monceri, direttore generale di Banca di Credito Sardo, «che un miliardo di euro investito nell'edilizia promuove una ricaduta di 3,37 miliardi di euro e almeno 17mila nuovi posti di lavoro». A parte i timidi segnali che arrivano dal piano casa (21.800 le istanze nell'Isola a giugno scorso), la ricetta di Bcs, punta sulle nuove opportunità: per esempio, investimenti sulle città intelligenti, con infrastrutture moderne e che abbattano i costi energetici, oltre che sul miglioramento della spesa dei fondi europei («non sempre di recente utilizzati al meglio»), facendo anche «conoscere le opportunità derivanti dalle risorse Ue». E poi non vanno dimenticate le infrastrutture sul fronte dei trasporti, «a iniziare da quelle già programmate nel porto di Cagliari», aggiunge Monceri, «insieme a un'azione sullo sblocco dei pagamenti alle imprese e sulla semplificazione della burocrazia, le nuove infrastrutture nello scalo cagliaritano rappresentano senza dubbio un'opportunità importante per il settore delle costruzioni».
Giuseppe Deiana