Il caseggiato del Martire
L'avevano puntualizzato con forza, sperando di riuscire, durante i loro mandati, a restituire dignità storico-architettonica alla chiesetta di Nora eretta nel punto esatto in cui Efiso il guerriero venne decapitato. Prima Anton Giulio Corronca, poi Mario De Donato e infine Walter Cabasino avevano chiesto alla Soprintendenza di mettere fine alla deturpazione con l'eliminazione del «muro del pianto» costruito negli anni Sessanta e addossato al tempio. Ora quel muro e i locali attigui utilizzati dalla Confraternita di Cagliari sono di nuovo al centro della polemica. Il Comune di Pula ha scritto attraverso il suo ufficio tecnico proprio alla Confraternita per comunicare «l'avvio del procedimento per l'imposizione del vincolo preordinato all'esproprio dell'opera pubblica e di approvazione del progetto preliminare dei lavori denominati recupero, valorizzazione e messa in sicurezza dello stabile adiacente la chiesa di sant'Efisio». Muri pericolati, edificio a rischio crollo?
Sta di fatto che Cagliari ha accolto con timore il documento di Pula. La paura è che questa possa essere la volta decisiva per l'abbattimento del muraglione. Tant'è vero che il consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, già confratello dell'Arciconfraternita di Sant'Efsio, ha annunciato un'interrogazione al sindaco di Cagliari Massimo Zedda (il Comune è proprietario dello stabile) e al presidente della Regione Francesco Pigliaru per salvare i locali di Nora e «per trovare qualsiasi messo finanziario per evitare l'abbattimento».
A. Pi.