Grande successo per la mostra “Quando tutto era sotto casa” realizzata dai Musei Civici
Costumi da bagno in lana, pantofole d'epoca, monocoli, tessuti, macinini, matite, penne, profumi, macchine per scrivere e una colonna sonora con le canzoni di Natalino Otto e del Trio Lescano.
Se è vero, come scriveva Gianni Rodari, che le cose di ogni giorno raccontano segreti per chi le sa guardare ed ascoltare, nella mostra allestita nella Sala Search (sotto piano del palazzo civico in Largo Carlo Felice) migliaia di cagliaritani hanno riscoperto la storia cittadina attraverso oggetti, merci e immagini che documentano un secolo di commercio a Cagliari. Vincenzo Plantera, 89 anni, si ferma davanti a un piccolo manifesto. Gli occhi luccicano. «Ecco l'insegna del negozio di mio padre in piazzetta Martiri d'Italia». I pensieri tornano per un istante negli anni Quaranta. «C'erano is oreris che prendevano in giro un negoziante. Dicevano: signor Lippis ci dia un lapis. E lui rispondeva: mi chiamo Lippi, bairindi a c.. ». Quell'angolo di Cagliari si chiamava sa bucca 'e sa nassa . Marisa Angioni cerca immagini o oggetti del negozio si suo padre. «Si chiamava Coloniale, vendeva cosa 'e pappai ». Angelo Porceddu, 85enne con tanta nostalgia, guarda una vecchia foto del Caffè Torino con un gigantesco bancone ovale: «È un'immagine degli anni Trenta, ma allora già allora era un bar moderno». La mostra piace anche ai giovani. «Guardo le insegne dei negozi - commenta Marco Sarigu - ci sono i nomi dei proprietari». Bolla, Gasperini, Sorrentino, Grassi, Guarino, Palladino, Varese: cognomi che ricordano dinastie di commercianti del passato e anche del presente, ma anche di una Cagliari che non c'è più.
Francesco Pintore